Nel 150°anniversario della nascita di Gabriele D’Annunzio, per gli appassionati del Vate e per i bibliofili, esce un piccolo inedito, fino ad oggi conservato nella Biblioteca Cantonale di Coira in Svizzera. Si tratta di un quadernetto d’appunti, scritti all’età di 16 anni quando era convittore nel liceo Cicognini di Prato, che frequentò dal 1876 al 1881. Si tratta di una raccolta di proverbi e modi di dire toscani. La pratica di D’Annunzio di tenere taccuini con appunti è ben nota ma nella ricca prefazione lo studioso Ermanno Paccagnini spiega come il testo di questo quadernetto pare obbedire ad un disegno preciso, spiegato in ‘Le faville del maglio. Il compagno dagli occhi senza cigli’: il desiderio del poeta di studiare la lingua italiana per affrancarsi dal dialetto abruzzese: «la providenza di mio padre che mi vietava la barbara terra d’Abruzzi finché non fossi intoscanito incorruttibilmente ». Il quadernetto è a righe e come spesso ha fatto con altri taccuini, D’Annunzio ha ritagliato una fascetta larga sette centimetri sulla quale ha scritto il titolo «In Toscana. Appunti». Il libro, pubblicato dalla casa editrice Otto/Novecento, oltre ad una lunga prefazione e un ampio apparato di note al testo riproduce le pagine autografe. L’inchiostro usato da D’Annunzio è tra il turchino e il violaceo e il quaderno, in ottimo stato di conservazione, è rilegato con lo spago, protetto da una copertina in cartoncino e rinforzato sulla costa da una striscia nera di carta cerata.