L'ANALISI
Cremona. La nuova composizione di Mantovani
01 Aprile 2016 - 13:31
Cattedrale di Cremona ore 21
CREMONA — Il primo dei diciotto concerti per il tempo pasquale del Coro Polifonico Cremonese è avvenuto quarant’anni fa, in Santa Maria della Pietà, con la direzione di don Dante Caifa . Tutti gli altri si sono poi tenuti in cattedrale, la ‘casa’del Polifonico, attualmente presieduto con entusiasmo da Renata Patria,ed è stato sempre un successo. Ora una nuova occasione, da non perdere: è il ‘Canto di Misericordia’, la cantata sacra per soprano, mezzosoprano, tenore, baritono, recitante, coro e orchestra composta in occasione del Giubileo della Misericordia dal maestro cremonese Federico Mantovani, autore del libretto e della musica. L’opera sarà proposta in prima esecuzione assoluta nella Cattedrale di Cremona alle 21 di venerdì 8 aprile appunto dal Coro Polifonico Cremonese insieme all’or - chestra Marc’Antonio Ingegneri sotto la direzione dello stesso Mantovani. Con l’accompagnamento al- l’organo del maestro Marco Ruggeri e di Antonio De Lorenzi al violino di spalla, il concerto — con il sostegno della Fondazione Arvedi-Buschini — vedrà intervenire come solisti il soprano Federica Zanello, il mezzosoprano Nadya Petrenko, il tenore Cosimo Vassallo e il baritono Valentino Salvini; voce recitante Alberto Branca.
Alla presentazione, organizzata in Curia dall’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali con i lavori moderati dal direttore don Attilio Cibolini, hanno preso parte il vescovo emerito di Cremona, Dante Lafranconi (con lui era iniziata la preparazione della manifestazione, ma l’8 aprile ci sarà anche il vescovo Antonio Napolioni), la presidentessa del Coro Polifonico Cremonese, Renata Patria, e il maestro Federico Mantovani. Il vescovo Lafranconi ha insistito sulla Misericordia che «è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita; misericordia è la vita che unisce Dio all’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato. Ha aggiunto: «Non ci accontenteremo di ascoltare, né ci fermeremo al compiacimento di una esecuzione coinvolgente. Ci lasceremo trasportare sulle onde del canto dal desiderio, anzi, dal bisogno, di andare oltre l’ascolto per mostrare la misericordia nello sguardo degli occhi e nelle opere della mani. Perché, come ammonisce Sant’Agost ino, non basta cantare con la voce, bisogna cantare con la vita. Soprattutto quando il testo del canto è la misericordia». Il Canto di Misericordia, ha spiegato il maestro Federico Mantovani, è diviso in dieci sezioni, in un continuo altalenante fluire fra ammissione della miseria dell’uomo e speranza nella misericordia di Dio che salva. Insomma dall’abisso della miseria all’abisso della misericordia, con testi che faranno riflettere sul senso del Giubileo: perseverare nella misericordia. Ha concluso: «Dedico questa Cantata a Sua Santità papa Francesco e a tutti coloro che mi sono stati vicini in questa avventura, dalla miafamiglia agli amici del Coro Polifonico Cremonese. E a tutte le persone che testimoniano la misericordia».
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