L'ANALISI
Un noir esistenziale di rara sensibilità psicologica
08 Agosto 2014 - 15:12
Storia di un bambino che è costretto a crescere, storia di un’amicizia e, soprattutto, scoperta della vita con i suoi lati neri, in un gioco colpevolizzante e autodistruttivo. È un noir esistenziale, anche se col suo risvolto poliziesco e delittuoso, questo breve romanzo di Emmanuel Carrère, il fortunato autore di Limonov, che lo scrisse una ventina di anni fa in un momento felice, per delicatezza del racconto, limpidezza della scrittura, equilibrio dei vari ingredienti e, soprattutto, sensibilità psicologica. Due genitori apprensivi e oppressivi si trovano quasi costretti a far partecipare il proprio bambino alla settimana bianca organizzata dalla scuola e, per non mandarlo col pullman collettivo, è il padre a accompagnarlo in montagna, dove lo lascerà dimenticandosi di scaricargli la valigia, che tutti si aspettano riporterà il giorno dopo, mentre invece scompare. Da questa assenza imbarazzante, da questa diversità prende l’avvio la terribile e affascinante esperienza di Nicolas, bambino chiuso, fragile, solitario, capace di grande immaginazione, di lunghe ed elaborate fantasie negative, esorcistici momenti di paura. Ecco pensare il padre sia morto e che arriverà una telefonata allo chalet e tutti, a cominciare dalla maestra, saranno imbarazzati con lui. Ecco che pensa alla malattia e morte del figlio di un professor Ribotta, odiato e irascibile, insopportabile. Così arriva a immaginare la sua morte, per assideramento, una notte che esce e si inoltra tra la neve dallo chalet in preda ai sensi di colpa, deciso a non farsi mai più ritrovare. Ma il sogno, la fantasia più nera sarà quella più inimmaginabile e che arriva a sorpresa, terribile, facendo sì che il suo ritorno anticipato a casa «la sua vita sarebbe cominciata in quell’istante e che per lui in quella vita non ci sarebbe stato perdono». Carrère riesce a raccontare il mondo intimo di questo bambino con tocco lieve, coinvolgendo il lettore in quel suo mondo senza speranza. Eppure allo chalet la maestra si fa in quattro. Un compagno più grande, Hodkann lo prenderà sotto la sua protezione. E poi c’è Patrick, il ragazzo che aiuta la maestra, che si prenderà cura di Nicolas, lo porterà a cercare vestiti, lo farà, per poco, sentire un bambino libero di vivere. Tutto mentre il racconto si snoda creando angoscia crescente, di mistero che incombe e si insinua minaccioso, come se le fantasie di Nicolas potessero da un momento all’altro divenire reali. Perché questa è una settimana bianca in verità assai nera e a sorpresa.
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