Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

Foster Wallace

I saggi postumi dello scrittore americano
tra invenzione letteraria e ‘male oscuro’

Gigi Romani

Email:

lromani@laprovinciadicremona.it

26 Novembre 2013 - 18:31

I saggi postumi dello scrittore americano
tra invenzione letteraria e ‘male oscuro’
Di carne e di nulla
di David Foster Wallace
traduzione
di Giovanna Granato
pagine 244, euro 18, Einaudi
'Di carne e di nulla' 
di David Foster Wallace
traduzione di Giovanna Granato
Einaudi pagine 244, € 18

raccoglie
i saggi postumi di David Foster
Wallace (suicida nel 2008 a
46 anni), secondo molti critici il
più grande scrittore americano dell’ultima
generazione. Una manciata di
saggi (mancano quelli estremamente
godibili sul tennis, una delle passioni
dell’autore) dove esplode tutta la potenza
della personalità di Foster Wallace,
la sua pirotecnica intelligenza, sempre
in bilico tra il paradiso dell’invenzione
letteraria e il baratro del ‘male
oscuro’, tra tagliente ironia e iperbolici
paradossi e sempre pronto a graffiare,
a proporre un’altra versione di ‘comesono
andate le cose e di come stanno
andando’, toccando gli argomenti
più disparati: Aids, sesso, cinema, arte.
Un viaggio tra il mondo letterario e
la vita quotidiana dell’americano medio,
visto anche attraverso i prodotti
culturali di consumo che nel mondo a
stelle e strisce polarizzano interessi
economici e analisi sociologiche.
E tra le stilettate più godibili l’analisi,
decisamente strutturalista, di colossal
alla Terminator 2 che l’autore definisce:
«Porno a effetti speciali. Non sono
film nel senso comune del termine.
Ma cinque o sei scene isolate, spettacolari—
che includono magari venti
o trenta minuti avvincenti, goduriosi
— tenute insieme da altri sessanta,
novanta di narrazione piatta». Il tentativo
è di salvare quello che c’è di buono
in prodotti mediocri che il pubblico
ama, ma che giudica senza gli strumenti
appropriati. Altro capitolo ricco
di inventiva e di considerazioni sul
mondo che lo circonda si trovano in
quello dedicato alle ventiquattro parole
usate dagli scrittori per essere di
‘moda’, senza rendersi conto delle ‘ripercussioni’,
spesso volgari e scontate,
che l’uso inappropriato del termine
può causare. Altro spaccato dell’America
degli ultimi vent’anni lo si può cogliere
nella lucida e feroce analisi della
propria generazione di scrittori.
Dalle esperienze quotidiane e comuni
di un’intera generazione (per esempio
le ore passate davanti alla televisione
durante l’adolescenza) al successo
e al conseguente tentativo di molti critici
letterari di accomunare forzatamente
questa generazione di scrittori
in un unico, e omologato, filone. In
definitiva un libro che trasuda quello
che Foster Wallace ha sempre incarnato:
uno scrittore che ha prima di tutto
vissuto. (f.g.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il volume Di carne e di nulla raccoglie i saggi postumi di David Foster Wallace (suicida nel 2008 a 46 anni), secondo molti critici ilpiù grande scrittore americano dell’ultimagenerazione. Una manciata di saggi (mancano quelli estremamente godibili sul tennis, una delle passioni dell’autore) dove esplode tutta la potenza della personalità di Foster Wallace, la sua pirotecnica intelligenza, sempre in bilico tra il paradiso dell’invenzione letteraria e il baratro del ‘male oscuro’, tra tagliente ironia e iperbolici paradossi e sempre pronto a graffiare, a proporre un’altra versione di ‘come sono andate le cose e di come stanno andando’, toccando gli argomenti più disparati: Aids, sesso, cinema, arte. Un viaggio tra il mondo letterario ela vita quotidiana dell’americano medio, visto anche attraverso i prodotti culturali di consumo che nel mondo a stelle e strisce polarizzano interessi economici e analisi sociologiche. E tra le stilettate più godibili l’analisi, decisamente strutturalista, di colossal alla Terminator 2 che l’autore definisce: «Porno a effetti speciali. Non sono film nel senso comune del termine. Ma cinque o sei scene isolate, spettacolari — che includono magari venti o trenta minuti avvincenti, goduriosi— tenute insieme da altri sessanta,novanta di narrazione piatta». Il tentativo è di salvare quello che c’è di buono in prodotti mediocri che il pubblico ama, ma che giudica senza gli strumenti appropriati. Altro capitolo riccodi inventiva e di considerazioni sul mondo che lo circonda si trovano in quello dedicato alle ventiquattro parole usate dagli scrittori per essere di ‘moda’, senza rendersi conto delle ‘ripercussioni’, spesso volgari e scontate, che l’uso inappropriato del termine può causare. Altro spaccato dell’America degli ultimi vent’anni lo si può coglierenella lucida e feroce analisi dellapropria generazione di scrittori. Dalle esperienze quotidiane e comuni di un’intera generazione (per esempiole ore passate davanti alla televisione durante l’adolescenza) al successo e al conseguente tentativo di molti critici letterari di accomunare forzatamente questa generazione di scrittori in un unico, e omologato, filone. In definitiva un libro che trasuda quello che Foster Wallace ha sempre incarnato: uno scrittore che ha prima di tutto vissuto. (f.g.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400

Prossimi Eventi

Mediagallery

Prossimi EventiScopri tutti gli eventi