L'ANALISI
Un detective originale
25 Novembre 2013 - 17:24
Cos’è l’Adriatico? E’ il mare dei pescatori che rifornivano i mercati di mezza Europa e che oggi sono lasciati a terra dalla crisi? E’ il mare che si è insanguinato per una guerra fratricida che il mondo ha rimosso non appena possibile? E’ il mare che ieri ha visto passare la storia lungo le sue sponde e che oggi è affollato di vacanzieri unti di olio solare e affamati di fritto misto? Si fa presto a dire Adriatico, titola Fulvio Ervas il suo nuovo romanzo, che segue il boom editoriale di Se ti abbraccio non aver paura e che segna il ritorno dello scrittore al personaggio dell’ispettore Stucky. Origini persiane, poliziotto a Treviso, solitario e un po’ misogino quel tanto che basta a renderlo irresistibile a due sorelle sue vicine di casa, una quasi fidanzata che «aveva imparato a camminare, uno sbaglio e una piccola correzione, una correzione più grande e poi uno sbaglio più piccolo»: Stucky si inserisce a buon titolo in quella selva di detective originali che fanno ricca la migliore narrativa gialla. Nel nuovo romanzo di Ervas, l’ispettore è in vacanza: ha raggiunto le coste croate a bordo di una vecchia moto Morini, di una tenda e di un «cane salsiccio» di nome Argo. E’ finito in un campo nudisti, quando incappa in un morto forse suicida, presumibilmente ammazzato. «Un poliziotto non va mai in vacanza», neppure se è in terra straniera, neppure se se ne gira nudo con un asciugamano ai fianchi, neppure se è evidente che la sua presenza è intollerabile al commissario Latinski, un reduce di Vukovar, uno che ha addosso la malinconia di ogni eroe sconfitto. Sono a loro modo due randagi, e si annusano ancora incerti, e forse senza ammetterlo si capiscono. Tra l’altro, sarebbe un peccato perdere un personaggio come Latinski, con il suo passato ombroso. In ogni caso, Stucky, indaga, mette in fila i pensieri con quella sua faccia un po’ così, e si addentra in una storia cupa di pirati contemporanei. E’ la delinquenza ai tempi della crisi. Un marinaio fallito, a capo di una ciurma sgangherata, si trasforma in rapinatore di yacht: per portafortuna ha una gatta che si chiama Lucia, per bussola l’eco della dannunziana impresa di Fiume, e a guidarlo c’è lo spirito d’avventura di chi da sempre vive sul mare. Ervas sa raccontare le cose senza averne l’aria, intreccia la trama ai nostri tempi, guarda al passato recente e regala ai lettori una storia tutta da leggere.
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