L'ANALISI
28 Agosto 2020 - 07:00
La polizia mira a prendere per stanchezza il bandito armato asserragliato da tre giorni con quattro ostaggi in una banca nel centro di Stoccolma.
Prende sempre più piede l'ipotesi che quello che è stato presentato all'inizio come un tentativo di rapina in banca era piuttosto un piano accuratamente predisposto per ottenere il rilascio di Clark Oloffson, trasferito giovedì dalla prigione alla banca su richiesta del bandito.
Il bandito — che la polizia ritiene di avere identificato in Jan-Erik Olsson e non Kaj Robert Hansson, come era stato supposto e comunicato in precedenza — ha minacciato di far saltare la camera blindata se entro dieci minuti non gli tosse stato consentito di andarsene liberamente insieme con alcuni degli ostaggi. La polizia è però riuscita a convincere il bandito a non attuare la minaccia ed il termine dell'ultimatum è trascorso senza che succedesse nulla.
L'uomo ha chiesto letti e coperte ed ha affermato di essere deciso a restare nella camera blindata per tre settimane se necessario.
Le tre ragazze e l’impiegato trattenuti dai due banditi sono in stato di disperazione, ha riferito il capo della polizia di Stoccolma Kurt Lindroth che è riuscito a parlare con loro tramite il telefono che collega la camera blindata con l'esterno. I quattro lo hanno implorato di salvargli la vita e l'impiegato ha detto di essere «in pericolo mortale».
Anche la relativa tranquillità che aveva caratterizzato il comportamento delle tre ragazze, le quali avevano detto di non temere il comportamento dei banditi quanto gli effetti di qualche azione della polizia, è ora scomparsa ed esse sono adesso «estremamente preoccupate», ha riferito Lindroth.
Olsson ha comunicato alla polizia di aver bruciato le banconote del riscatto (un milione e mezzo di corone) che gli era stato consegnato precedentemente. Dopo aver avuto assicurazioni che la polizia non intraprenderà per il momento alcuna azione, Olsson ha slegato l'estremità di due delle corde dalle maniglie della cassaforte, lasciando però i cappi attorno al collo degli ostaggi.
Il tentativo compiuto dalla polizia per cercare di risolvere di forza la situazione si è cosi risolto con un insuccesso. Per tutta la notte il rumore infernale dei martelli pneumatici usati per aprire fori nel soffitto della camera blindata era risuonalo sulle teste dei banditi e degli ostaggi. I poliziotti newyorchesi avevano comunicato ai loro colleghi di Stoccolma che, dalla loro esperienza in casi analoghi avvenuti negli Stati Uniti, risultava che un bandito non era in grado di resistere più di sei ore ad un «trattamento» del genere.
Su Olsson, invece, questa tattica sembra non aver avuto alcun effetto. Noto per essere un tipo particolarmente «duro», il bandito non ha ceduto. Quando la punta di un martello pneumatico è apparsa nel soffitto della camera blindata ha fatto scoppiare una piccola carica dell'esplosivo plastico di cui è munito, a pochi centimetri dalla punta. L'unico effetto dell'esplosione è stato di mettere fuori funzione la rete d'illuminazione e ostaggi e banditi sono ora nel buio più completo.
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