L'ANALISI
18 Dicembre 2018 - 07:00
Gli agenti e l'esercito hanno fatto uso delle armi: almeno quindici i morti, parecchie centinaia i feriti - Pieni poteri alla milizia e alla polizia politica - Il governo parla di «anarchici e teppisti» - La sommossa è scoppiata lunedì - Negozi saccheggiati, edifici incendiati - Studenti e donne nelle strade assieme ai portuali - Poche le notizie ufficiali - La zona lungo il Baltico praticamente isolata
VARSAVIA, 17. — Dramma in Polonia con popolazione in rivolta a Danzica, Gdynia, Sopot, Stettino. Scarse le notizie ufficiali, poche le testimonianze dirette. Quel che è certo è che operai (in maggioranza portuali e metalmeccanici), studenti, donne, inviperiti per l'aumento dei prezzi di molti generi di prima necessità, sono scesi nelle strade, hanno incendiato edifici, saccheggiato negozi, picchiato. La polizia e l'esercito hanno fatto uso delle armi: i morti sono parecchi (forse più di venti), i feriti si contano a centinaia. Tutto è cominciato lunedì ed è durato fino a mercoledì.
Questa sera il primo ministro polacco Cyrankiewicz, parlando alla televisione, ha detto che nei disordini le forze dell'ordine sono state costrette a far uso delle armi. «Vi sono stati una quindicina di morti e parecchie centinaia di feriti». Cyrankiewicz ha precisato che i disordini non si sono limitati alla zona di Danzica (Gdansk), ma si erano estesi anche a Szczecin (Stettino).
«Gli anarchici, i teppisti e i nemici del socialismo», ha detto Cyrankiewicz, hanno anche sparato, a Gdansk e a Gdynia, contro i soldati e la polizia nelle cui file i feriti sono numerosi.
Le autorità, ha detto Cvrankiewicz, non restano insensibili di fronte alla gravità della situazione. «Per tre giorni, Gdansk e la costa del Baltico sono state teatro di disordini, durante i quali si sono registrati numerosi casi di distruzione e incendio di edifici pubblici, di saccheggio di negozi e di distruzione di automobili. Le dimostrazioni sono state sfruttate da anarchici, teppisti e criminali da un lato, e dai nemici del socialismo e della Polonia dall'altro. Ancora una volta è emerso, anche se gli organizzatori delle manifestazioni non hanno cattive intenzioni, ad esse si associano tutti gli elementi ostili, criminali e anarchici che sfruttano la situazione per saccheggiare, incendiare e distruggere. In alcuni casi, si è sparato contro la milizia e i soldati che tentavano di ristabilire l'ordine, proteggendo la sicurezza dei cittadini e la proprietà pubblica e privata».
I disordini scoppiati nei giorni scorsi nelle tre città baltiche hanno costituito il culmine di anni di scontento per la scarsità di viveri, gli alti prezzi e la cattiva qualità dei generi in commercio. Già nei mesi scorsi in alcune località della Polonia erano avvenuti altri incidenti, anche se di minore entità, tra cui il saccheggio di un supermercato da parte di 300 massaie. Gli aumenti dei prezzi decisi sabato scorso non sono stati i primi del genere. Nel corso dell'anno altri aumenti erano stati applicati a generi di consumo corrente, quali la birra, la vodka ed il caffè. I ribassi di prezzo contemporaneamente annunciati sabato si applicano soltanto agli elettrodomestici. Commentando questo fatto un polacco ha detto: «Perchè dovrei approfittare del ribasso dei prezzi per acquistare un frigorifero se non ho nulla da mettervi dentro?».
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