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LA CRISI DI GOVERNO

Le dimissioni di Draghi e lo sconcerto delle categorie

Le associazioni economiche della provincia di Cremona disorientate e preoccupate: «Totale irresponsabilità proprio nel momento in cui il Paese ha più bisogno di stabilità»

La Provincia Redazione

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16 Luglio 2022 - 19:38

Le dimissioni del Draghi: lo sconcerto delle categorie

Il premier Mario Draghi

CREMONA - «Sconcertato e preoccupato per il futuro»: sintetizzando, è il pensiero comune del mondo economico locale, che già alle prese con i riflessi della guerra in Ucraina e con l’impatto del caro energia, si ritrova ora a dover affrontare anche una crisi di governo dalla prospettive incerte.

RICCARDO CROTTI


Il presidente di Confagricoltura Lombardia e della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi, Riccardo Crotti, sottolinea anche l’emergenza siccità, con l’incertezza che si apre ora sul decreto e sul piano del Governo: «Non posso che esprimere un commento negativo su quanto sta succedendo. Atti come quello che abbiamo visto giovedì dimostrano irresponsabilità politica. Bene ha fatto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a respingere le dimissioni presentate dal presidente del Consiglio e mi auguro che Mario Draghi si presenti in Parlamento per andare avanti. È impensabile non avere una gestione politica quando comunque nel 2023 si andrà a votare. Ci si interroga da dove nasca la disaffezione dei cittadini verso la politica quando questi dimostrano un assoluto disinteresse per il Paese in un momento così grave».

quattro

ANDREA BADIONI


Il presidente di Confcommercio, Andrea Badioni, si unisce «all’appello di quanti auspicano che la crisi possa essere superata e il premier Draghi possa giungere alla conclusione della legislatura. Siamo preoccupati per le conseguenze che il ritorno anticipato alle urne potrebbe generare. Stiamo attraversano un periodo difficilissimo: una pandemia di cui non ci si riesce a liberare, una guerra alle porte dell’Europa, criticità evidenti sul fronte dei prezzi dell’energia e delle materie prime. E, poi, la sfida del Pnrr, da cui dipende il destino e il futuro dell’Italia, con fondi che questa crisi mette a rischio. Abbiamo bisogno di una figura di garanzia come l’ex Bce, e lo dimostra quanto ha fatto nei mesi a Palazzo Chigi. La rottura nella maggioranza di Governo non serve a nessuno (paradossalmente neppure al Movimento 5 Stelle) ma rischia di avere per cittadini e imprese un impatto drammatico. Ne vale la pena? Le forze politiche abbiano la responsabilità, la serietà, la coerenza di capire che c’è una sola via percorribile per evitare una deriva pericolosissima ed è quella di sostenere ancora Draghi. Bene ha fatto il presidente Mattarella a non accettarne le dimissioni. Chi cerca di negare questa situazione è lontanissimo dalla realtà. Gli stessi timori dell’Europa e degli Stati Uniti, così come l’andamento della borsa e dello spread lo dimostrano in maniera chiarissima. Sono segnagli che non possiamo ignorare. È pur vero che la nostra economia sta andando meglio delle attese, ma orizzonti meno sereni ci attendono già nei per i prossimi mesi. Per questo serve un nuovo patto che unisca politica, forze economiche e sociali. È necessaria una collaborazione solida e costruttiva e vanno evitate conflittualità e volontà di fare prevalere ragioni di parte. Ha scritto Eugenio Scalfari che ‘un Paese ha la classe politica che si merita’. Se guardo al nostro mondo dell’economia credo che i terribili sacrifici fatti in questi anni, l’impegno tenacissimo per garantire la sopravvivenza delle imprese e la occupazione, meritino (senza alcun dubbio) che le forze politiche continuino ad avere come priorità quella della ripartenza e del sostegno alla crescita. Dunque auspichiamo che nessuno (e su tutti la Lega), sulla scia dei 5 Stelle, si lasci tentare dalla suggestione di abbandonare la maggioranza. Mancano cinque giorni a mercoledì. Poco meno di una settimana per evitare un crac che rischia di essere non solo quello del Governo ma anche (purtroppo) quello del Paese».

GAIA FORTUNATI

Si dice «allibita», Gaia Fortunati, presidente di Confesercenti. Giovedì sera, mentre a Roma stava per accadere il patatrac, lei era fuori «con la presidenza» per un giro di aperitivo prima delle vacanze. Ha buttato giù un aperitivo «molto amaro, nel senso che eravamo tutti con il fiato sospeso per capire come sarebbero andate le cose, per sapere le ultime novità. E non ci sono parole. Non credo che fosse il momento giusto. Non siamo ancora usciti da una crisi definitivamente, abbiamo visto qualche luce in fondo al tunnel, adesso ripiombiamo nel buio. Il problema è che siamo nelle mani di queste persone e noi siamo qua a vedere che cosa decideranno. Mi auguro che sia questo caldo che fa prendere decisioni simili». Insomma, colpa di ‘Apocalisse’. «A parte la battuta per sdrammatizzare — prosegue la presidente di Confesercenti —, siamo sconcertati. Ieri sera (giovedì, ndr) ci siamo guardati: ‘Stiamo scherzando’. Siamo veramente allibiti, non ce lo aspettavamo. Proprio adesso che c’è il Pnrr. Fortunatamente, Mattarella ha rifiutato le dimissioni del premier Draghi, però adesso vediamo perché se uno sta in un posto dove non ci vuole stare».


BERLINO TAZZA

«La crisi di governo — commenta il presidente di Asvicom Berlino Tazza — si verifica in un momento di grande incertezza con una coda pandemica che seguita a rappresentare una minaccia per la vita dei cittadini e con un’economia nazionale che deve fronteggiare pericoli come l’inflazione, l’aumento dei prezzi energetici e i numerosi effetti negativi della guerra in Ucraina. Non avere una guida stabile e sicura, in un contesto di questa tipologia, può solo incrementare le fragilità di un Paese che invece è chiamato ad uno sforzo di massima coesione per realizzare l’ambizioso programma di riforme del Pnrr e rendere fattibile la ripresa. A mio avviso Draghi rappresenta una figura autorevole alla quale le forze politiche, dopo una fase indispensabile di chiarimento, potrebbero e dovrebbero riconsegnare la leadership dell’esecutivo. Credo che debba prevalere il senso di responsabilità spingendo tutti gli attori a superare la tentazione di coltivare il proprio orticello elettorale per l’affermazione del bene comune. L’Italia ha bisogno di un governo competente più di nuove elezioni che, peraltro, potrebbero riconfigurare una situazione del tutto simile a quella attuale con la necessità di istituire un governo di unità nazionale. Rischiamo quindi di perdere tempo inutilmente danneggiando l’Italia e gli italiani».

quattroo

MARCELLO PARMA

Si dice «incredulo» Marcello Parma, presidente provinciale della Cna. L’auspicio è che «il premier Draghi si metta una mano al cuore. Due settimane fa ho avuto l’incontro con il ministro Giorgetti dello Sviluppo Economico e Garavaglia del Turismo. Si sottolineava il fatto che in questo momento l’Italia ha bisogno in tutti i modi di stabilità per portare a termine e mettere a terra il Pnrr. È una situazione che crea incertezza su incertezza, perché veniamo da due anni di pandemia, la guerra, la crisi energetica... Chi oggi fa l’imprenditore fa proprio una impresa, perché di fronte a tutto quello che accade, uno non dovrebbe avere l’entusiasmo, la volontà di portare avanti iniziative e di produrre reddito da distribuire. Mi auguro che il premier Draghi, con senso di responsabilità così come ha fatto il Presidente Mattarella, si prenda ancora un tempo. Sino a fine legislatura? Sarebbe la situazione migliore per tutti. Lo dico da persona prima ancora che da rappresentante di categoria». Pensa ai giovani, Parma: «Con le loro start up, sono i più fragili. I ragazzi sono spaesati, non sanno che cosa faranno domani. Ed è drammatico».


MASSIMO RIVOLTINI

«Sconcertante». L’aggettivo lo dice e ripete tre volte, Massimo Rivoltini, presidente di Confartigianato. «È sconcertante in un momento di questo tipo con le problematiche esogene ed endogene, creare una crisi di governo adesso è veramente una cosa sconcertante. Qui non c’è senso di responsabilità da parte di chi l’ha provocata, soprattutto su motivazioni non di ordine generale, perché se è vero che il problema è stato generato da un termovalorizzatore, la cosa è sconcertante. Penso che ci voglia senso di responsabilità e che si riaffidi a Draghi il compito di formare una compagine che tenga e poi si andrà ad elezione a scadenza fisiologica. Però sconcerta che da un lato vi sia un mondo economico che da due anni sta lavorando a testa bassa, facendo sacrifici immensi con impegni immensi, con un senso di responsabilità enorme, e dall’altra parte assistiamo a queste cose. Non ce lo meritiamo. Non se lo merita il mondo economico. Secondo me il premier Draghi riprenderà, anche perché la posizione di Mattarella apre a questo scenario».

SONIA CANTARELLI


«O mon dieu!», esclama Sonia Cantarelli, presidente di Apindustria. «Sì, mon dieu, ma sono fiduciosa che il premier non rifiuti l’eventuale richiesta di Mattarella, perché, altrimenti, vorrebbe dire mettere a repentaglio la stabilità del Paese in un momento complesso come questo. Famiglie, lavoratori, pensionati hanno bisogno di risposte. È una forza politica con obiettivi importanti per il Paese. Abbandonare adesso non si può. C’è la battaglia sul prezzo massimo del gas, il Pnnr, abbiamo bisogno anche della legge di bilancio. Tutti provvedimenti che servono a cittadini e imprese, temi di emergenza estrema. E sono, o almeno dovrebbero essere, temi apartitici. Qui non esistono partiti. Abbiamo la fortuna di avere veramente l’uomo tra i più potenti della Terra, ma lo dico in senso positivo, riconosciuto in tutto il mondo. Ed ecco perché dico che non potrà rifiutare l’invito di Mattarella, perché significa mettere davvero a repentaglio la stabilità del Paese in un momento complesso come questo».

MARCO BRESSANELLI

Il presidente della Libera artigiani di Crema, Marco Bressanelli, non usa toni soft: «Quel che è successo è un’azione da irresponsabili. A maggior ragione se si pensa che i signori dei Cinque Stelle hanno governato Roma per cinque anni senza riuscire a far partire la differenziata e ora aprono una crisi sul termovalorizzatore — arriva subito al dunque puntando un obiettivo preciso —. Il tutto in una situazione già difficile perché oltre ai fondi del Pnrr che ora rischiamo di perdere, c’è la questione, che ci riguarda direttamente, delle sanzioni alla Russia che si ripercuotono sul nostro settore. E penso in particolare al mobile d’arte, i cui produttori hanno molti clienti in quella parte di mondo. Le sanzioni sono giustissime e non si discutono, ma si ritorcono contro di noi. Andava aiutata quella parte del Paese che ne soffre le ripercussioni. E poi c’è il capitolo energia: altro che autunno caldo, di questo passo ci aspetta un autunno freddo. Se si pensa a tutto questo e a tutte le idiozie, lo scriva testuale, su cui si sono concentrati i 5 Stelle, la conclusione è che è molto meglio che escano dalla scena politica. Non sono in grado di dare risposte alle esigenze del Paese e guardano solo alle prossime elezioni, come tutta la politica, a dir la verità».
Serve un profilo differente, al Paese, secondo Bressanelli: «Occorre il coraggio di fare anche scelte impopolari. Speriamo che Draghi ci ripensi e possa aiutare ancora questo Paese. Bene ha fatto il Presidente Mattarella, Draghi vada avanti che i numeri ci sono. Oltre al Pnrr, c’è la questione dei costi energetici: serve un piano energetrico in attesa che le pressioni internazionali possano fermare la guerra in Ucraina».

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