L'ANALISI
17 Novembre 2024 - 05:25
Se non si tratta di un fuoco fatuo, acceso per motivi puramente tattici, possiamo pensare che finalmente la politica cremonese stia cominciando a dare chiari segni di un nuovo atteggiamento culturale. Un barlume di luce nella nebbia d’autunno, tornata in queste settimane prepotente sul nostro territorio ma mai, metaforicamente, allontanatasi da un dibattito politico fatto di contrapposizioni pregiudizievoli piuttosto che da una sana voglia di confronto.
«Ringrazio Luciano Pizzetti, presidente del consiglio comunale, per aver fatto emergere il tema nel corso dell’incontro con i vertici regionali della mobilità. Noi di Novità a Cremona, pur nella diversità di ruoli, siamo pronti a confrontarci con la maggioranza su questi temi fondamentali per lo sviluppo del territorio». Firmato Alessandro Portesani, leader dell’opposizione in consiglio comunale a Cremona, fin qui guerriero della politica.
Il riferimento è alla possibilità di fare procedere contestualmente il raddoppio della ferrovia e il cantiere dell’autostrada Cremona Mantova. Lo ha detto in settimana, dopo il summit dei sindaci con l’assessore regionale ai Trasporti, Franco Lucente. Svoltosi martedì scorso per l’esattezza, alla presenza anche del presidente della Provincia, Roberto Mariani, l’incontro ha puntato su tre fronti caldi relativamente a infrastrutture e trasporti: i ritardi, il raddoppio ferroviario della Codogno Cremona Mantova e le opere di compensazione per la rimozione dei numerosi passaggi a livello sulla tratta.
Cambiamo completamente scenario per approdare alla questione sicurezza. A Forza Italia, che invoca l’adozione del Daspo urbano, il sindaco di Cremona, Andrea Virgilio, risponde con una altrettanto interessante apertura.
In un passaggio della lunga e articolata intervista rilasciata al nostro Mauro Cabrini, che pubblichiamo oggi, il sindaco si dice d’accordo spiegando che il Daspo urbano «va applicato e va allargato il perimetro a nuove zone della città. Dico che va applicato con rigore perché il Comune di Cremona ha già un suo regolamento che lo prevede. E su questo mi fa piacere che il centrodestra, che in passato votò contro quel regolamento, oggi chieda giustamente la sua applicazione. L’ordine di allontanamento è un mezzo con delle restrizioni e non può essere considerato la risposta definitiva ai problemi di sicurezza urbana. Tuttavia, costituisce uno strumento utile per esercitare un certo controllo, tutelare la fruibilità degli spazi pubblici e offrire alla questura un quadro più completo delle persone che frequentano le zone più sensibili della città. È un’opportunità a disposizione dei sindaci».
Sfrondato dalla puntualizzazione tutta politica sulla mancata approvazione del regolamento del passato, è un’apertura a tutti gli effetti alla collaborazione e un invito ai colleghi delle diverse comunità del territorio, alle prese con gli stessi problemi, ad avere un approccio analogo indipendentemente dal loro colore politico. Infrastrutture e sicurezza sono due temi strategici per l’intera provincia di Cremona; il primo è ormai al centro del dibattito da decenni, il secondo è più recente ma non per questo meno deflagrante. Mandare a cittadini e imprese segnali chiari di un progetto che possa renderli meno drammatici, per governarli finalmente, è una necessità improrogabile.
Ed è interesse di tutti: del centrodestra così come del centrosinistra. Per dirla con parole di Charles Robert Darwin, che di evoluzione della specie se ne intendeva, «nella lunga storia del genere umano (e anche del genere animale) hanno prevalso coloro che hanno imparato a collaborare ed a improvvisare con più efficacia». Collaborare e improvvisare di fronte alle nuove emergenze con maggiore efficacia è la chiave di volta.
Considerando che, comunque, sul tappeto non ci sono soli i nodi infrastrutture e sicurezza, ma la necessità di progettare il futuro del territorio a 360 gradi, partendo magari da CremonaFiere, volano decisivo dell’economia e del turismo. La consapevolezza dell’importanza di un lavoro comune è ormai nel DNA del mondo delle imprese che, riunite in Assieme, hanno costituito unitamente ai Comuni del territorio 'Io ci Credo', «associazione temporanea di scopo a composizione multi-stakeholder con il compito di implementare la realizzazione del Masterplan 3C, elaborato da The European House Ambrosetti, agendo da strumento super partes di confronto e costruzione del consenso, di dibattito e di elaborazione di scenari e visioni alternative per il futuro del territorio».
Aria nuova, in questo senso, arriva dalla nuova presidenza della Provincia di Cremona. Giusto lunedì scorso si è tenuta la prima riunione del tavolo di lavoro convocato da Mariani alla presenza dei sindaci di Cremona, Crema e Casalmaggiore — Andrea Virgilio, Fabio Bergamaschi e Filippo Bongiovanni — e dei consiglieri regionali espressione del territorio, Matteo Piloni, Marcello Ventura e Riccardo Vitari. Nell’occasione, sono stati definiti temi, strategie, metodo e obiettivi che porteranno a un lavoro congiunto su politiche territoriali condivise, anche attraverso il coinvolgimento dei parlamentari eletti nel cremonese — Silvana Comaroli, Renato Ancorotti e Daniela Santanché —, nonché degli assessori regionali di volta in volta competenti.
«L’unità del territorio — ha affermato Mariani — si costruisce anche partendo dalle partite più contingenti». Parole sante. Che ci riportano al ragionamento iniziale. È la logica del brainstorming, tempesta di cervelli, tecnica di gruppo per la formazione di nuove idee e per la risoluzione di problemi in modo creativo. Il processo, spiegano i manuali, si basa sul principio per cui le idee si concatenano l’una all’altra e gli interventi dei partecipanti stimolano le idee degli altri presenti, innescando così una catena di idee creative. Insomma, per tornare a Darwin, l’evoluzione della specie: dai cervelli che si scontrano, ai cervelli che si confrontano.
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