L'ANALISI
11 Novembre 2025 - 05:05
CREMA - Un medico di base ogni 1.615 cremaschi. Il distretto sanitario sconta una preoccupante carenza di figure, con una media di pazienti per dottore che è ben superiore a quella lombarda, pari a 1.529 unità. Significa quasi il 6% in più di assistiti per ogni operatore. Se poi il raffronto viene fatto con il dato nazionale, la forbice si allarga parecchio. In Italia ogni medico di medicina generale conta in media 1.375 pazienti, significa che nel Cremasco c’è una differenza del 17,4%. I dati sul numero degli operatori di base attivi nel territorio sono stati resi noti nei giorni scorsi. Vengono aggiornati periodicamente dall’Agenzia per la tutela della salute: oggi nel distretto lavorano 87 medici di medicina generale e 17 pediatri di libera scelta, con una media di circa 1.000 assistiti ciascuno. A questi vanno aggiunti 30 medici di continuità assistenziale (ex guardia medica). Vanno un po’ meglio le cose per quanto riguarda la salute dei giovanissimi, con la media di pazienti sino ai 14 anni, seguiti dal singolo pediatra, che nel Cremasco è praticamente identica a quella lombarda (1.009 unità) anche se la soglia considerata ottimale dal Ministero della Salute sarebbe un pediatra ogni 850.

La situazione, per quanto riguarda gli adulti, è maggiormente critica in alcuni piccoli centri, dove il medico non c’è più e dove si fatica a recuperare questo servizio indispensabile, soprattutto per la popolazione più fragile, che non ha la possibilità di spostarsi nei paesi vicini. «La carenza è strutturale e diffusa ovunque, non solo nel Cremasco — sottolinea Andrea Morandi, presidente provinciale dell’Ordine dei medici —: sempre meno laureati in medicina si iscrivono al corso triennale. La professione, rispetto a un tempo, è sicuramente meno appetibile — entra nel dettaglio — e ciò per una serie di problemi, formali e sostanziali allo stesso tempo. Il titolo che riceve chi decide di intraprendere questa strada professionale non è paragonabile a quello di specialità. Inoltre, la borsa per i colleghi che frequentano il corso triennale è inferiore a quella di chi sceglie altre specializzazioni. Nel distretto — spiega Morandi — mi risulta al momento ci siano Trigolo, Cumignano, Genivolta e Casale Vidolasco che non hanno il medico di base, per fortuna ci sono colleghi che si sono resi disponibili ad andare oltre il massimale di 1.500 pazienti, ma siamo arrivati a medici con 2.000 assistiti. Come Ordine riconosciamo l’importante lavoro di supporto dell’Azienda sociosanitaria locale di Crema con le cure primarie. Stanno facendo il massimo per ridurre al minimo i disagi».
Morandi conclude ricordando come «il problema della carenza di mmg (ossia i medici di medicina generale) non sia purtroppo solo Cremasco: è sempre più diffuso a livello nazionale. Incide — specifica — anche il fardello della burocrazia che i medici devono affrontare. L’auspicio non può che essere quello che, a livello governativo, ci siano risorse in più destinate a questo settore, così come agli ospedali».
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