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Droga del palloncino, un video per far capire che uccide

Il medico e presidente del consiglio comunale Galmozzi prepara il filmato per le scuole. La preside dell’istituto capofila del Cremasco, Paola Orini: «Non possiamo chiudere gli occhi»

Cristiano Mariani

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cmariani@laprovinciacr.it

09 Novembre 2025 - 10:39

Droga del palloncino, un video per far capire che uccide

Il medico Attilio Galmozzi e la preparazione dei palloncini per inalare il protossido di azoto

CREMA - «Per parlare coi ragazzi, serve il linguaggio adatto: il loro». A maggior ragione, quando il tema è delicato, come quello di una droga tanto legale, quanto letale. Perché il protossido di azoto, sul mercato, ci finisce come additivo per gli spray alimentari; non certo per essere inalato, così da sperimentare il cosiddetto sballo del palloncino (dal metodo utilizzato per le boccate).

E il «linguaggio adatto», per far breccia in una generazione digitale, non può essere che quello di un video, da mostrare nelle scuole. Ossia un filmato, scandito da slide, che non assomigli a un trattato di medicina.

Nonostante chi lo stia realizzando, mantenendo fede a un impegno assunto nei mesi scorsi, indossi un camice bianco, per vocazione e professione. Si tratta di Attilio Galmozzi, presidente del consiglio comunale cittadino e direttore del settore Cure subacute del presidio di Soncino dell’Asst. Nella lunga esperienza maturata come medico del Pronto soccorso del Maggiore, a dispetto di un’età che non va oltre i 45 anni, s’è già imbattuto negli effetti del protossido durante i turni al padiglione di urgenza.

Perché, ormai, il consumo ha assunto i contorni di un vero e proprio fenomeno anche in provincia, dopo aver dilagato nelle periferie delle metropoli. Da specialista — rivela — si è occupato di un ventenne intossicato. Lui ce l’ha fatta; altri coetanei, nel resto della Penisola, no. E così, l’indomani, Galmozzi ha deciso di «fare qualcosa», per evitare che i ragazzi rischino la vita per pochi minuti di euforia, regalati da un gas che, in tempi passati, veniva usato pure in corsia come anestetico. Ma che, con un dosaggio sbagliato, provoca arresti cardiorespiratori, leggasi morte.

La preside Paola Orini

E comunque, il cui uso improprio ha pesanti conseguenze sul sistema nervoso. «Bisogna incontrate i giovani nelle classi», aveva tirato le somme nel cuore dell’estate scorsa, da ex assessore comunale all’istruzione. E di qui il confronto con Paola Orini, non solo a sua volta titolare della medesima delega in passato, sebbene in ambito provinciale, ma in quanto preside del Galilei, che con i suoi 1.700 iscritti rappresenta l’istituto superiore più popoloso del distretto e come tale è capofila cremasco anche nei progetti di prevenzione.

«È impossibile essere presente fisicamente in ogni plesso», spiega oggi la scelta del video il medico prestato alla politica. E Orini, d’altro canto, non fa mistero di quanto apprezzi la proposta: «Molto interessante; sarà mia cura sottoporla al consultorio diocesano Insieme (partner di Scuole in ascolto Ndr) e ai colleghi d’ambito». Perché — assicura — di fronte a un problema simile, «non possiamo chiudere gli occhi».

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