L'ANALISI
28 Luglio 2025 - 05:05
Il medico Attilio Galmozzi
CREMA - Con indosso il camice da medico internista, al Pronto soccorso del Maggiore s’è già imbattuto negli effetti del protossido d’azoto. Ossia nei danni provocati dal cosiddetto sballo del palloncino, che prende giusto il nome dalla tecnica utilizzata per inalare il gas. Ormai un fenomeno che, dalle periferie delle metropoli, ha fatto ‘proseliti’ pure dove gli abitanti sono assai meno. Crema compresa. «Era un ragazzo attorno ai vent’anni, con vertigini, tachicardia e il resto dei sintomi tipici».
Non certo un paziente come tanti, insomma. Tanto che, posato lo stetoscopio al termine del turno e varcata la soglia del palazzo cinquecentesco di piazza Duomo, dove presiede il consiglio comunale, Attilio Galmozzi ha deciso di lanciare una proposta: «Una task force per far fronte all’emergenza». Da declinare attraverso un patto tra amministrazione municipale, associazioni e scuole. Per «far capire ai ragazzi quanto possa essere pericolosa una sostanza, acquistabile a un prezzo contenuto online, come del resto ha ammesso d’aver fatto il giovane che si è presentato da noi in ospedale».
Non una semplice dichiarazione d’intenti, quella del già assessore all’Istruzione della giunta di centrosinistra di Stefania Bonaldi, da due anni e mezzo alla guida dell’assemblea dell’aula degli Ostaggi. Ma un proposito, che definisce «concreto». Perché il medico oncologo, contagiato dalla passione per la politica sin dagli anni dell’università, è pronto a spendersi in prima persona, esattamente come aveva fatto durante la stagione buia della pandemia da Covid.
«Andando nelle classi, per parlare con gli studenti. E sono certo che, come me, saranno disponibili in molti». Perché il problema di fondo, a differenza degli stupefacenti riconosciuti come tali dalle tabelle ministeriali, è che il protossido ha di per sé impieghi più che leciti e pertanto è reperibile sul mercato, soprattutto in rete, senza difficoltà. A renderlo potenzialmente letale, nei casi estremi, è infatti l’utilizzo improprio.
Insomma, anziché propellente per spray a uso alimentare, oppure anestetico in contesti medici controllati, l’assunzione come ‘scorciatoia’ per qualche minuto di euforia a basso costo. Un effetto che, una volta dissolto, si lascia comunque alle spalle conseguenze anche permanenti. A confermarlo da queste colonne, già all’indomani dei ritrovamenti delle prime bombolette esauste nei giardinetti pubblici alle porte della città, a Santa Maria della Croce e San Bernardino, era stato anche il direttore del Servizio di riabilitazione dalle dipendenze dell’Asst, Antonio Prete.
«Assunto attraverso boccate ripetute, produce uno stato d’euforia che si esaurisce nel breve termine. Ma altrettanto rapidamente, vi si possono associare danni neurologici». Sperimentati gli effetti, leggasi perdita di inibizioni, «l’inalazione — aveva analizzato lo specialista — viene ripetuta». Sino a esserne ‘schiavi’.
«Un uso prolungato, al pari di tutte le droghe — aveva tenuto a sottolineare — compromettere lo sviluppo del sistema nervoso centrale». E inibendo gli effetti della vitamina B12, innesca mieloneuropatia e anemia. «Nelle situazioni più gravi — aggiunge Galmozzi — si rischia la vita». «La piaga più difficile da combattere — aveva già evidenziato il collega Prete — è la facilità con cui i ragazzi riescono ad aver accesso a questa sostanza». Di qui la campagna per dissuadere i potenziali acquirenti.
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