L'ANALISI
25 Ottobre 2025 - 15:33
CASALE VIDOLASCO - Sono arrivati di notte, come fantasmi. Nessuno li ha visti, nessuno ha sentito nulla. Solo al mattino, tra le tombe della frazione di Vidolasco, è rimasto il vuoto: sparite le canaline di rame, smontate e portate via con precisione da professionisti. Un colpo rapido, studiato.
E dietro, l’amaro risveglio di una comunità che si ritrova ferita nel luogo forse più sacro e intoccabile: il cimitero. L’episodio, che risale ad alcuni giorni fa, lascia rabbia e incredulità. Perché non si tratta solo di un furto, ma di un gesto che lascia addosso la sensazione di profanazione.
Nelle scorse settimane, un’analoga razzia era avvenuta al cimitero del capoluogo, Casale Cremasco, dove i ladri avevano prelevato manufatti in rame per rivenderli – è la prassi – a peso nel mercato parallelo dell’oro rosso. Un materiale sempre più ricercato, che vale centinaia di euro al quintale e alimenta un circuito di furti che da anni colpisce aziende, impianti fotovoltaici, linee ferroviarie, persino chiese.
Dietro questi episodi, gli investigatori sospettano la mano di bande specializzate, gruppi che si spostano tra province, colpendo in modo mirato e veloce. Arrivano con furgoni attrezzati, tagliano, smontano, caricano e spariscono. Spesso agiscono su commissione, vendendo poi il rame ai riciclatori compiacenti. Una catena che comincia in un cimitero o in una ditta e finisce chissà dove.
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