L'ANALISI
07 Ottobre 2025 - 17:03
CASALE VIDOLASCO - Non c’è pace per Casale Vidolasco. Da mesi il piccolo centro è nel mirino di bande di professionisti dei furti in abitazione. Ogni volta che sembra tornare la calma, un nuovo colpo riaccende la paura. L’ultimo episodio ha scatenato una reazione immediata: il paese si è risvegliato inondato di volantini che denunciano «l’abbandono» e «l’isolamento» del territorio, chiedendo più sicurezza e una risposta concreta da parte dell’amministrazione comunale.
Tutto è ripartito nei giorni a ridosso del furto in casa di un pensionato, episodio concluso con un rocambolesco inseguimento e l’arresto di due minorenni da parte dei carabinieri. Mentre si tiravano le somme dell’operazione, nel paese si erano già consumati almeno altri due colpi. Nel primo caso i ladri hanno preso di mira il cimitero, portando via manufatti di rame. «Due uomini sono stati visti armeggiare tra le tombe prima di scappare», raccontano alcune frequentatrici del camposanto. Una scena che ha lasciato sgomento chi frequenta il luogo per pregare o far visita ai propri cari.
Pochi giorni dopo è toccato a un volto noto del territorio, Roberto Moreni, presidente della banda musicale di Sergnano. Il suo appartamento è stato visitato dai ladri mentre lui era fuori a cena. «Sono uscito alle sette di sera e al mio ritorno, verso mezzanotte, ho trovato la portafinestra aperta», racconta. «Solo dopo ho capito che era stata forzata. In camera c’era un disastro: cassetti svuotati, vestiti ovunque». Il bottino? Una collezione di orologi di valore, due confezioni ancora sigillate di profumo e persino un paio di scarpe. «Mi hanno portato via anche quelle», dice con un sorriso amaro. «Ci tenevo, erano delle splendida calzature. Al di là del danno, è stata un’esperienza davvero spiacevole. Probabilmente mi stavano tenendo d’occhio da giorni».
L’ondata di furti ha riattivato un dibattito acceso anche sul piano politico. I promotori della campagna di volantinaggio, residenti esasperati dalle continue intrusioni, parlano di «periodo orribile per la sicurezza». Nei loro messaggi, distribuiti in ogni quartiere, si legge la frustrazione di una comunità che si sente «indifesa e abbandonata», soprattutto quando a subire sono «i concittadini più fragili». Il bersaglio principale è l’amministrazione comunale, accusata di non aver saputo fare rete con i paesi vicini. «Nessuna collaborazione con l’Area Omogenea né con i Comuni limitrofi – si legge nei volantini –. Una politica isolazionista che non si spiega». E ancora: «Il Comune ha persino chiuso al pubblico l’ufficio di polizia locale, rendendo impossibile qualsiasi confronto diretto con i cittadini». Nel mirino anche le promesse del sindaco Antonio Grassi, che nei mesi scorsi aveva annunciato uno studio per avviare una rete di controllo del vicinato. Un progetto che, secondo i residenti, «non si è mai concretizzato». Nel frattempo il paese si sente osservato, insicuro. E chiede solo una cosa: non restare solo.
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