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IMMOBILIARE: LA NUOVA TENDENZA

In ‘fuga’ da Milano, così il Cremasco diventa hinterland

L’attrattiva del territorio cresce grazie a prezzi competitivi e offerta varia

Riccardo Maruti

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rmaruti@laprovinciacr.it

21 Ottobre 2025 - 05:20

In ‘fuga’ da Milano, così il Cremasco diventa hinterland

CREMA - Il baricentro del mercato immobiliare lombardo si sta spostando. Milano resta il faro della regione, ma la sua luce oggi abbaglia più che attrarre: i prezzi, giunti a livelli insostenibili, spingono sempre più famiglie a guardare oltre l’orizzonte del capoluogo. Il risultato? Le province — un tempo considerate periferie immobiliari — vivono una nuova stagione di interesse e di riscatto. Lo conferma l’ultima analisi di Idealista, che fotografa un cambiamento profondo e ormai strutturale. E nel mezzo di questa trasformazione, il Cremasco sta conquistando terreno.

Fino a pochi anni fa, l’ordine era chiaro: prima Milano città, poi la sua provincia, infine il resto della Lombardia. Oggi quella distanza si è accorciata. Dal 2019 al 2025, la domanda di case fuori dalla metropoli è cresciuta in modo costante, sostenuta da un divario di prezzo sempre più marcato e da un desiderio crescente di qualità della vita.

Luca Arcari, presidente della Federazione italiana mediatori agenti d'affari della provincia di Cremona, spiega: «Negli ultimi anni Milano è cresciuta tantissimo, ma oggi è arrivata a un punto di saturazione: i prezzi sono diventati insostenibili per la maggior parte delle persone. È una città bellissima, ma vivibile solo con redditi alti; per un impiegato medio il rischio è che tra affitto e bollette non resti praticamente nulla. A queste condizioni, realtà come Crema non sono più così lontane o scomode: è una città vivibile, con servizi, costi più accessibili e un contesto più tranquillo, anche dal punto di vista della sicurezza». E aggiunge: «Cremona, invece, essendo più distante, non può ancora rappresentare una vera alternativa a Milano. I prezzi qui sono tra i più bassi del Nord e la città mantiene una sua attrattiva autonoma. Tuttavia, valori così bassi sono anche il sintomo di un mercato poco dinamico. Mancano lavori ad alta qualificazione e redditi elevati: molti giovani e professionisti si spostano verso Milano, Brescia o all’estero». Inoltre, il presidente provinciale di Fimaa evidenzia: «Quando si parla di “provincia”, occorre distinguere: le città di provincia hanno ancora un certo equilibrio, ma i paesi più piccoli faticano sempre di più. Scarsa natalità, pochi posti di lavoro nel terziario e una domanda immobiliare debole, sostenuta in gran parte da acquirenti stranieri. Gli immobili in buone condizioni si sono rivalutati, mentre il commerciale e gli immobili da ristrutturare profondamente stanno perdendo valore».

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Le parole di Arcari fotografano un trend che va oltre la semplice statistica: una nuova geografia dell’abitare, dove il concetto di distanza si ridisegna sulle mappe della qualità della vita. Oggi la Lombardia assomiglia sempre più a una città metropolitana diffusa, in cui poli un tempo secondari — da Crema a Lodi, da Monza a Bergamo — stanno diventando alternative concrete per chi lavora a Milano ma cerca spazi più ampi, ritmi più umani e affitti sostenibili.

I numeri offrono la dimensione precisa di questa trasformazione. A settembre 2025 il prezzo medio delle abitazioni nel comune di Milano è di 5.143 euro al metro quadro, quasi il doppio rispetto ai 3.616 euro della sua provincia. Da qui in giù, la scala dei valori scende progressivamente: Como si ferma a 2.270 euro al metro quadro, Brescia a 2.179, Monza-Brianza a 2.088. Più accessibili ancora Lecco (1.644) e Bergamo (1.488). Le province più economiche restano Cremona (1.198 euro), Mantova (1.114) e Pavia (1.082).

Anche sul fronte degli affitti, la forbice resta ampia: Milano guida con 23,5 euro al metro quadro, seguita a ruota dalla provincia (22,6 euro al metro quadro). Nelle altre città lombarde i canoni si dimezzano: Bergamo 11,9, Brescia 13,2, Como 15,5, Sondrio 16,3. Le più convenienti — Cremona (9,3) con il distretto cremasco in testa, Lodi (9,6) e Pavia (9,9) — si confermano mete privilegiate per chi vuole restare in Lombardia senza sacrificare il bilancio familiare.

Secondo il report, Milano ha raggiunto un punto di saturazione strutturale: il mercato, dopo anni di crescita vertiginosa, sta entrando in una fase di stabilizzazione. La domanda, incapace di trovare risposte adeguate nel capoluogo, si riversa ora nei centri vicini, alimentando un processo di riequilibrio territoriale che ridisegna il volto della regione. E così, il Cremasco — con la sua misura d’uomo, i servizi efficienti e i costi più umani — è una nuova frontiera dell’abitare lombardo e si trasforma sempre più in «hinterland» milanese.

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