L'ANALISI
30 Luglio 2025 - 05:20
CREMA - Paola Orini, dirigente scolastica del Galilei, scuola polo del Cremasco per gli istituti superiori nel progetto regionale ‘Scuola in ascolto’, sposa la proposta del medico Attilio Galmozzi di creare una task force per far fronte all’emergenza dell’inalazione da parte dei giovani e giovanissimi di protossido d’azoto, la cosiddetta droga del palloncino. Galmozzi ha suggerito un patto tra amministrazione comunale, associazioni e scuole per far capire ai ragazzi quanto possa essere pericoloso fare uso di una sostanza, acquistabile a un prezzo contenuto online, andando nelle classi, per parlare con gli studenti. «Nel progetto di durata triennale finanziato da Regione Lombardia e iniziato a gennaio – spiega la preside Orini – è possibile inserire anche questo tipo di problema. Che sta diventando molto serio.
Visti i recenti fatti di cronaca, è necessario intervenire e per questo la proposta di Galmozzi va condivisa. Il protossido di azoto può provocare gravi danni nei giovani ed è giusto cercare i modi per prevenire questo fenomeno, prima che sfugga di mano». Orini, che vive da anni a contatto con gli studenti, prima come insegnante e da alcuni anni come dirigente, ritiene che la scuola sia il luogo ideale dove fare informazione e prevenzione: «E dico anche che a mio avviso si dovrebbe iniziare dalla scuola media, perché ormai è già in giovane età che si prendono le brutte pieghe. Coinvolgerò il Consultorio diocesano, che è gestore del servizio, per discutere dell’argomento e adottare iniziative». Oltre al Galilei, le scuole polo sono gli istituti comprensivi Crema Uno, Visconteo di Pandino e Falcone e Borsellino di Offanengo.
Negli sportelli che sono stati attivati operano tre psicologhe e una psicopedagogista. Gli interventi attivati finora nelle scuole sono stati di contrasto al bullismo, ai disturbi alimentari e al ritiro sociale. Di episodi di questo genere ne sono già stati rilevati a decine nelle scuole del Cremasco, già a partire dalla primaria. Un quadro preoccupante, se si considera che il progetto è partito soltanto da pochi mesi. Le prime azioni sono state mirate a dare supporto a allievi e docenti, ma anche a educare e, in alcuni casi, a sanzionare. Ora, alla lotta a questi fenomeni, si potrebbe aggiungere anche quella alla droga del palloncino. Da settembre, secondo quanto previsto dal progetto, le azioni coinvolgeranno anche le famiglie.
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