L'ANALISI
03 Febbraio 2025 - 15:02
CREMONA - Stringi stringi, la storia di Salernitana-Cremonese è una storia di legni: due pali e una traversa che ci hanno fatto disperare. Il primo palo arriva nel primo tempo, quando Cerri sbaglia un rigore che, pur casuale, era comunque legittimo. La Cremonese, come spesso accade, non riesce a sfruttare una superiorità tecnica almeno potenziale e si va al riposo sullo 0-0: non esattamente il massimo, ma almeno niente catastrofi.
Poi pensi: "Dai, nel secondo tempo la ribaltiamo", e invece no. Il ribaltone lo prendiamo noi, con il palo che, dopo dieci minuti, decide di fare quello che la Salernitana non riusciva a fare: creare una palla gol. Raimondo ringrazia e insacca, lasciando la Cremo di sasso. Il tutto nasce da un contropiede con cross sbagliato ma fortunato, e soprattutto da una squadra grigiorossa troppo sbilanciata.
La reazione c’è, le occasioni arrivano, ma Christensen, il portiere avversario, si trasforma nell’eroe del giorno. E quando nemmeno lui ci può arrivare, è la traversa a dirci di no: Antov, con un colpo di spalla negli ultimi minuti, prova a rimettere in piedi la partita, ma la sorte ha già deciso. Finisce con una sconfitta amara contro una squadra che, sulla carta, era nettamente inferiore e che nel primo tempo non aveva nemmeno brillato per intensità o agonismo.
E così, la solita storia: la Cremonese con le piccole stecca. Il Catanzaro si avvicina minaccioso, lo Spezia scappa e ora il distacco è di 11 punti. Tra un mese c’è lo scontro diretto, e se le cose non cambiano, rischiamo di arrivarci con l’acqua alla gola. Ora testa al Südtirol, altra squadra di bassa classifica ma in buona forma.
La speranza? Che la Cremo impari almeno a mettere al loro posto le piccole, perché altrimenti, altro che il palo della Banda dell’Ortica: qui si finisce legati al palo della tortura!
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