L'ANALISI
25 Febbraio 2024 - 14:15
CREMONA - La storia di Cremo - Palermo è la storia di un minuto, ripetuta per tre volte come si fa con le canzoni che sanno appassionare. Il primo minuto che ha fatto la storia della partita è quello in cui Massa si è fatto convincere dal famigerato VAR che non c’era calcio d’angolo, ma rigore per il Palermo e bontà sua anche rosso per Sernicola. Il secondo minuto, agli sgoccioli del primo tempo, è quello in cui Pickel ha mancato il pareggio per noi e Ranocchia ha infilato il due a zero per i graditi ospiti. E il terzo minuto che passa alla storia è quello, a inizio ripresa, in cui il Casta e il Lider Massimo hanno sventato il pericolo incombente che la Ranocchia diventasse il re dello Zini.
Tre minuti, la durata di una canzonetta; due minuti tragici, che sembravano aver compromesso il duello fra due galletti ambiziosi del pollaio cadetto, e il minuto magico che ha salvato il salvabile. Cioè un punto di enorme peso specifico, e l’orgoglio grigiorosso.
Però ridurre la partita a questa sintesi vorrebbe dire fare torto a un pomeriggio ribollente di emozioni come capita alle partite di razza. Perché per uscire viva da questa partita la Cremo ha dovuto fare molto di più che rimediare in un minuto ai due minuti che le avevano fatto le boccacce. Anche dopo aver ricucito il doppio strappo rimaneva mezza partita in cui, in dieci contro undici, tenere la volpe rosanero alla larga dalle galline grigiorosse. E la Cremo ce l’ha fatta perché ha saputo fare una fatica boia perfino in bello stile, dimostrandosi capace di correre se necessario quel miglio in più che corre solo chi sa correre anche senza fiato. Prendi Pickel, che ha sbagliato parecchio ma ha avuto fiato per correre tutta la partita e intanto irridere senza pietà il povero Diakité, che chissà che colpe doveva avere, oltre a quella di essere il migliore dei suoi insieme a Ranocchia. E senza scivolare nella retorica va detto che la squadra ha avuto un non piccolo aiuto dai suoi amici assiepati intorno al campo. Anche se il Palermo non si è certo sentito un orfanello, in uno Zini gonfio di passione.
Questo pareggio insomma non è solo storia di un minuto, e nemmeno di tre. E’ la storia di novantacinque minuti di passione, in cui dalla Premiata Forneria Stroppa è uscita, se non un capolavoro, una solida prestazione da collettivo vero.
Il biglietto per la Terra Promessa se lo riprende il Venezia, ma la strada è lunga. E adesso ci porta a Genova a trovare una Samp rigenerata dalla vittoria scacciapensieri di Cosenza. Non ci sarà Sernicola, ma ci sarà una Cremo ancora più convinta di poter bussare alla porta del Paradiso.
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