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Una Cremo con le mani bucate: lungo l'elenco dei rimpianti

Due sconfitte diverse: a Piacenza i grigiorossi si sono dimenticati di giocare, a Palermo hanno perso l’equilibrio ed è finita tre a due ma poteva finire con un punteggio da pallanuoto

Giovanni Ratti

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redazione@laprovinciacr.it

27 Dicembre 2023 - 12:38

CREMONA - Mi tocca farmi prestare un po’ della malinconia del grande Sergio Endrigo, per parlare di questa Cremo con le mani bucate. Dopo Piacenza, Palermo. D’improvviso il pozzo dei punti in trasferta si è seccato, il secchio che eravamo abituati a tirare su colmo di monete d’oro, adesso torna su senza nemmeno una goccia d’acqua. Due sconfitte diverse, al Galleana la Cremo si era dimenticata di giocare, al Barbera ha perso l’equilibrio.

Non so che partita si è vista dalle tribune; alla tele è sembrata una partita di livello inadeguato alla classifica e alle ambizioni delle due squadre. E’ finita tre a due ma poteva finire con un punteggio da pallanuoto.

L’elenco dei rimpianti è lungo. A cominciare dalle due volte che la Cremo si è presa il vantaggio e se lo è fatto scappare dalle sue mani bucate; poi il gol annullato a Coda per un fuorigioco tecnologico, di quelli che stanno snaturando il gioco del pallone. Sarebbe stato il tre a uno, oltre al sospirato decimo gol del Lider Massimo. Lo so che non è elegante dirlo quando il gol lo annullano alla tua squadra, ma questi interventi a gamba tesa della tecnologia falsano le partite peggio di un gol irregolare. Se ci troviamo al bar ti spiego il mio punto di vista, adesso vorrai sapere cos’altro è andato storto. A parte la beffa finale, naturalmente.

E’ andato storto che la Cremo ha giocato come si potrebbe permettere una squadra con un centrocampo dinamico; invece un centrocampo da meditazione – io non ho la foto di Pickel sul comodino ma la sua corsa anarchica in questo reparto è utile - ha permesso al Palermo di tornare in partita per la porta di servizio. Gli highlights sono Ravanelli che per una volta perde un fatale duello aereo, il disagio di Antov sullo scivoloso ex Di Francesco, lo scherzo di pessimo gusto tirato, o meglio crossato, da Stulac al frastornato Jungdal. I gol la Cremo li ha presi a difesa schierata, ma alla radice c’è il disagio tattico cui Stroppa non ha trovato rimedio. Al tecnico non hanno dato una mano i cambi, e se ci metti le tante occasioni andate a vuoto, il conto torna. Ma non per noi.

Così alla fine per la gente di Palermo il Barbera è diventato champagne, con le bollicine di felicità un po’ incredula per una sconfitta diventata vittoria; a noi è rimasta una gran sete di quei punti in trasferta la cui improvvisa scomparsa ridimensiona a buona una classifica di metà campionato che poteva essere trionfale.

Adesso gennaio, con Roma in Coppa Italia poco rispettosamente collocata in piena pausa della serie B, e anche con il mercato, dal quale qualcosa dovrà arrivare. Mica vorremo trovarci anche a primavera con questa espressione da Sergio Endrigo.

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Commenti all'articolo

  • mino.capelli

    28 Dicembre 2023 - 03:35

    A parte tutti i "pros and cons" elencati nell';articolo, una massima del calcio recita che, "NON SI PUO' PERDERE UNA PARTITA IN VANTAGGIO DI DUE GOALS'! Pensaci Stroppa, pensaci!

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