L'ANALISI
08 Febbraio 2016 - 13:39
Galleria Il Triangolo di Cremona
Fino al 14 febbraio
Orari di apertura: 16.30-19,30
CREMONA — L’irrefrenabile desiderio di mistica contemplazione rappresenta il leitmotiv della straordinaria mostra ‘Da una Terra all’altra dipinti e disegni 2009 - 2011 di Giuseppe Biagi’, presso la Galleria Il Triangolo di Cremona, fruibile fino al 14 febbraio. Sotteso tra una dimensione mistica e un’interpretazione onirica del mondo, l’artista evoca un eclettismo rappresentativo sublimato nelle ovattate e trasognanti visioni di una trasfigurata Versilia. Spiagge senza tempo si animano di vite sospese lungo un percorso dinamico e affascinante collocato lungo uno scenario idilliaco, dove il viaggio diviene per l’artista, paradigma della propria interiorità. Soavi e meditati i riferimenti all’esodo dei migranti, alle sofferenze, alla fierezza di essere uomini, alla ricerca della propria Libertà. Il grigiore tonale delle tele si trasfigura in una piena luce, attende silenzioso l’istante dell’approdo, la mano tesa verso il cielo per indicare il fortuito e agognato arrivo. Terra, Terra, ecco la sospirata salvezza, negli sguardi dolci dei bambini, nelle lacrime di gioia, nell'abbraccio sicuro dei soccorritori. Biagi raccoglie sensazioni, immagini, voci, elevando il suo sensibile battito tonale nelle sintetiche composizioni dove mare e cielo si ampliano e si toccano in una suadente continuità espressiva. La distanza da una terra a un’altra terra implica una lontananza non solo geografica ma anche ideativa, una vibratile tensione sensitiva alla ricerca di un’immacolata identità. Lacerate solitudini, ombre del vissuto, figure senza volto, appaiono come fantasmi di un lontano passato, sospesi tra un’idealità figurativa e una soffusa e irrevocabile liricità. L’atmosfera tonale diviene rarefatta sintesi dello spazio, evocatrice di improbabili attese che si perdono in un’accecante solarità dove le personali e raffinate velature indagano le profondità dell’animo, fluttuando oltre i confini dell’effimera caducità del tempo. Il tema dell’assenza, del framm ento, del dissolvimento è vissuto dall'artista come un inquieto enigma, definito nel substrato da piani spaziali astratti ed essenziali. Le figura umana, nelle opere di Biagi, è intenta nel percorrere un infinito cammino, memore di lontane dinamicità, nella continuità spaziale di moti indefinibili. Quale è il loro destino, quale la loro storia fatta di solitudine e incomunicabilità, costituita da incontri perpetui ma irrevocabilmente virtuali. L’immensità del mare e del cielo, in alcune tele, sublima in inquieti scenari urbani sospesi tra realtà e sogno dove l’umano è rappresentato come sospeso dal contesto in una dimensione di leggerezza e immanenza. Il candore diafano che si espande nei dipinti di Biagi, genera una luce benefica che diviene simbologia di salvezza capace di plasmare forme e anime nel loro divenire, in attesa di un evento, immobili di fronte al mare infinito dell'eternità.
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