L'ANALISI
19 Aprile 2020 - 07:00
I Lions Clubs delle due città si collegheranno in gemellaggio nel nome di un "bando,, di Uberto Pelavicino del 1254 - Una documentata esposizione di Fiorino Soldi sullo storico avvenimento
Un avvenimento che rappresenta forse la più originale «commemorazione storico-economica» della Cremona dugentesca, avrà luogo nel prossimo mese. Con una solenne cerimonia, sarà sancita l'alleanza spirituale tra Cremona e Montpellier attraverso i rispettivi «Lions Club». Questo gemellaggio si distingue da ogni altra forma di solidarietà proprio perchè basa le ragioni dell'intesa su una documentatissima storia del glorioso periodo comunale.
L'iniziativa è partita dal Lions Club di Cremona, il quale ha proposto con questi termini la nuova alleanza: «Come degnamente sottolinea A. Germain, nel 1254 il Signore di Cremona Uberto Pelavicino concesse con apposito bando un "atto di salvaguardia" ai mercanti di Montpellier perchè trafficassero liberamente a Cremona, confermando in ciò quella politica estera di Cremona che tendeva alla creazione di una grande "zona commerciale" con perno il Po, per gli scambi dal Medio Oriente ai Pirenei. I rapporti commerciali tra il Comune di Cremona e quello di Montpellier sono stati intensi e fecondi e proprio dalla collaborazione dei mercanti delle due città si giunse, nel 1277, a quegli accordi che sotto certi aspetti formano il profetico simbolo dell'unione europea come oggi si intende in Occidente».
Il Lions Club di Montpellier non soltanto ha accettato il gemellaggio con quello di Cremona, ma ha voluto organizzare nella bella capitale della Linguadoca la prima cerimonia per la rinnovata alleanza. Il programma è stato fissato al 10-11 maggio prossimo ed avrà carattere di ufficialità in quanto sarà realizzato in quella Sala delle feste della Camera di Commercio che ha antichi vincoli di amicizia con quella Università dei Mercanti tanto famosa in Europa e che a Cremona diede il massimo impulso a tutta l'economia dei traffici per alcuni secoli.
Una degna illustrazione della «Cremona commerciale» sino all'epoca del bando del Pelavicino per Montpellier del 1254, è stata fatta al Lions Club dal giornalista Fiorino Soldi, autore dell'ultima storia su Cremona che tanto successo ha ottenuto essendo andata esaurita in pochi mesi e che è stata richiesta dalle maggiori biblioteche nazionali d'Europa e d'America. Fiorino Soldi ha tracciato in rapida sintesi le caratteristiche fondamentali dell'economia cremonese e delle maggiori vicende storiche, politiche e militari, iniziando dall'anno 219 avanti Cristo, quando i Romani fondarono la città come testa di ponte per le conquiste del Continente.
La realtà di Cremona romana è un fattore che interessa direttamente l'economia: centro di strade di grande comunicazione, porto maggiore del Po, Cremona divenne, con i suoi 35 fortilizi scaglionati in tutto il «Municipium», un formidabile punto d'incontro commerciale; le scuole primarie, le fiere ed i mercati, tutto concorse a rendere sempre più potente la città che nel 90 ottenne i diritti romani e nel 41 fu scelta da Giulio Cesare quale base per la prima «riforma agraria» della storia.
Quando nel 1078 nasce il Comune di Cremona la borghesia veniva a concludere una fase secolare di lavoro e di progresso di cui restano ancora, magnifica testimonianza, i monumenti che sorgono attorno al Torrazzo. Era il Comune sorto dalla volontà e dal travaglio dell'iniziativa privata; un Comune che ebbe di conseguenza al primo posto la politica estera per allargare l'area di mercato sia attraverso piccole guerre commerciali e sia con rapporti diplomatici; né mancarono le grandi opere dell'ingegneria idraulica, come la «rotta di Ficarolo» del 1152 per abbreviare il corso del Po sino a Venezia.
Proprio allo scopo di proteggere questa vasta area padana di traffici, i Cremonesi si schierarono col Barbarossa dal quale ottennero il grande privilegio del 1155 di battere moneta; ma quando fu chiaro che il dispotismo imperiale minacciava il libero sviluppo dell'iniziativa privata, allora proprio i cremonesi idearono e realizzarono la prima Lega Lombarda, cercando però di definire il dissidio tra Comuni ed Impero non attraverso la guerra, ma con arbitrati. Rifiutati questi metodi, i cremonesi si astennero di scendere a Legnano (1176), ma ebbero poi modo di coordinare tutti i Comuni verso la loro idea di compromesso con l'imperatore, giungendo così alla pace di Costanza del 1183.
In quell'anno nasceva a Cremona la «Universitas Mercatorum» i cui consoli seppero realizzare quella Repubblica Cremonese veramente aurea che allargò l'area di mercato in Francia, Svizzera e, attraverso il Po, sino alla Terrasanta. Nell'epoca in cui la città era capitale di fatto dell'impero romano-germanico di Federico II, i mercanti cremonesi cercarono di realizzare quella «Lega Padana» che era l'unica idea d'avanguardia in campo economico: trattati di commercio, scambi multilaterali, regolamentazioni creditizie, unioni doganali trovarono la loro maggiore simbologia nella creazione di una medesima area tariffaria (con il conio di una moneta uniforme) nel 1254, anno della nascita di quell'ufficio della Gabella Magna che rappresentò il grande coordinamento di tutte le attività economico-produttive.
In quell'anno si stipularono i primi «patti internazionali» per garanzie commerciali, tutele di scambio, clausole di «Nazione favorita»: la prima «Repubblica estera» che ebbe tale privilegio fu appunto Montpellier, i cui mercanti avevano la base di operazioni per i traffici con l'Adriatico a Cremona. L'editto del Pelavicino fu la conferma degli intensi rapporti commerciali che i cremonesi da secoli avevano con la Provenza e la Linguadoca, regioni nelle quali speciali delegazioni di cremonesi non soltanto frequentavano le fiere ed i mercati, ma avevano istituito particolari uffici commerciali, potenziando quella «Università dei mercanti lombardi e toscani residenti in Francia» che nel 1277 a Nimes, sulla strada di Montpellier, divenne la maggiore forza economica europea e tale da trattare alla pari coi Re di Francia.
Il ritorno allo spirito di questa alleanza che nel 1958, dopo sette secoli, Cremona e Montpellier intendono realizzare, ha un significato tutto particolare nel quadro delle rinnovate esigenze di accordi commerciali europei e di quella unica area di mercato che, se lasciata in mano agli imprenditori e non ai politicanti, potrebbe rappresentare una effettiva soluzione di gravi problemi economici per tutto il Continente. Con questo spirito di collaborazione internazionale il Lions Club Cremona ha ideato il gemellaggio col Lions Club di Montpellier.
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