L'ANALISI
16 Settembre 2016 - 15:09
a cura di Federico Granata - Euro 25,00.
Questa pubblicazione riguarda la storia e il restauro dell’organo Inzoli cav. Pacifi co 1895 della chiesa parrocchiale dei
SS. Giuseppe e Biagio in Robecco d’Oglio (CR). Nella realizzazione dell’opera, l’Artefi ce reimpiegò, per il Grand’Organo, il somiere e parte delle canne dell’organo “Serassi - 1829 - Op.495” della Chiesa Parrocchiale di Orzinuovi (BS), dallo stesso sostituito con un nuovo strumento a due tastiere nel 1894. Ne conseguì quindi uno strumento molto interessante sia dal punto di vista storico che organario. Quest’organo è da considerarsi l’ultima grande opera ideata ed edifi cata dal celebre organaro cremasco secondo uno stile ancora legato all’organaria ottocentesca italiana. Tuttavia, esso si presenta secondo uno stile differente: la seconda tastiera presenta una tavolozza quasi “ceciliana”, con numerosi registri di fondo e sonorità moderne, a differenza della prima tastiera, di stampo puramente Serassiano. Le innovazioni timbriche di Pacifico Inzoli hanno permesso una notevole versatilità sia dal punto di vista liturgico, sia dal punto di vista del repertorio organistico eseguibile, se confrontati con il fi lone organario puramente ottocentesco. Il libro include uno studio circa i documenti rinvenuti nell’archivio parrocchiale. Questi sono stati molto utili per rintracciare, pur con sporadiche lacune, la storia di questo interessante strumento, ma non
solo. Infatti, già a partire dalla precedente chiesa, intitolata a S. Biagio, sulle macerie della quale venne edifi cata la attuale parrocchiale, si hanno tracce di un organo antico. Infine, lo studio comprende una corposa relazione di restauro: infatti, dopo due anni di lavoro meticoloso e paziente, le 2342 canne del pregevole strumento sono ritornate al loro splendore
originale. Il restauro effettuato dalla ditta Inzoli-Bonizzi ha restituito all’organo la stessa sonorità che meravigliò sia i
collaudatori dello strumento che per primi ebbero modo di apprezzarlo, sia l’Arciprete di Robecco che scrisse ad Inzoli una lettera di elogio e di ammirazione nei confronti del nuovo organo: «non posso che chiamarla “il primo Organaro
d’Ita¬lia […] a niuno secondo”».
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Data di inizio 6 settembre 2025 - 20:30
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