L'ANALISI
14 Ottobre 2025 - 08:18
Aldo Salvagno, Diego Ambrosoni e Marcello Eynard e a destra un ritratto di Vincenzo Antonio Petrali
CREMA - L’arte organaria cremasca varca i confini provinciali. Nella prestigiosa cornice della biblioteca Angelo Mai di Bergamo si è svolta la presentazione del volume “Vincenzo Antonio Petrali, il principe degli organisti”, scritto da Aldo Salvagno e Diego Ambrosioni. Il libro propone la biografia, l’epistolario e il catalogo delle composizioni del celebre organista nato a Crema il 22 gennaio 1830.
La pubblicazione gode del patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune di Crema ed è stata resa possibile grazie al sostegno della Fondazione Popolare Crema per il Territorio e del Lions Crema Gerundo. Durante la presentazione, il pianista Paolo Salvi ha eseguito tre composizioni per pianoforte di Vincenzo Petrali allo storico strumento Pleyel del 1875.
L’evento è stato introdotto da Marcello Eynard, responsabile fondi antichi e musica della biblioteca civica, e da Matteo Facchi, presidente della Società Storica Cremasca, che ha promosso la pubblicazione del volume. Sono quindi intervenuti i due autori, Salvagno e Ambrosioni, insieme a Sveva Mazza de’ Piccioli, in rappresentanza degli eredi di Petrali.
Morto a Bergamo nel 1889, Petrali è oggi riconosciuto come uno dei maggiori organisti italiani della seconda metà dell’Ottocento. La sua vasta produzione per organo si articola in due filoni principali: quello teatrale e quello ispirato alla riscoperta della polifonia sacra. Quest’ultima componente, in particolare, riveste un ruolo di grande importanza, poiché Petrali fu tra i primi protagonisti in Italia del movimento di riforma della musica sacra noto come Cecilianesimo.
Oltre alle mansioni di organista nel duomo di Cremona e nella basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo, Petrali fu maestro di cappella del duomo di Brescia, del duomo di Crema e insegnante dapprima presso il Pio Istituto Musicale di Bergamo e, in seguito, al Liceo Musicale Rossini di Pesaro. Acclamato come uno dei più brillanti e celebri collaudatori d’organo dell’epoca, fu anche pianista, direttore d’orchestra e compositore per diversi organici strumentali e corali.
Il volume, di oltre mille pagine, sarà presentato a Crema il prossimo mese.
A margine dell’iniziativa, Marco Bressanelli, presidente della Libera Associazione Artigiani di Crema, ha sottolineato il valore di eventi come questo nel percorso di rilancio dell’arte organaria del territorio: «Siamo aperti a qualsiasi tipo di collaborazione – ha dichiarato –. Dobbiamo aggregare, creare sinergie e rafforzare il brand che ruota attorno alla filiera dell’arte organaria cremasca. Tutte le attività che promuovono la nostra tradizione organaria sono positive: più siamo, meglio è. Mantenere viva quest’arte, farla crescere e riconoscerne il valore nel mondo è il nostro obiettivo comune».
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