L'ANALISI
09 Ottobre 2025 - 05:05
Nel riquadro Claudio Bonizzi che insieme ai fratelli Ennio, Maria Teresa e Cristina si occuperà di restituire la voce originale all’organo del duomo di Urbino
CREMA -
A Crema, dove la tradizione si fa arte e il suono diventa memoria, continua a vivere l’eredità dell’antica officina fondata da Pacifico Inzoli, maestro d’organi e d’anime. Oggi quell’eredità respira nelle mani esperte della famiglia Bonizzi: Claudio, insieme ai fratelli Ennio, Maria Teresa e Cristina. La bottega cremasca, laboratorio di eccellenza riconosciuto in tutto il mondo, è stata scelta per il restauro dell’organo monumentale del duomo di Urbino, gioiello che porta la firma di tre epoche e di tre maestri: Callido, Giudici e Girotto.
Lo strumento, la cui prima anima sonora risale al 1801, nacque dal genio di Gaetano Callido, veneto di origine e leggenda della liuteria sacra. Poi, nel 1894, Luigi Giudici ne aggiornò la struttura, mentre nel 1981 Silvano Girotto e i figli Alessandro e Marcello diedero nuova vita al complesso sonoro, integrando materiali antichi e tecniche moderne. Ma il tempo, i danni e i terremoti hanno ferito le canne e ridotto al silenzio l’antico respiro dell’organo, sostituito negli ultimi anni da un suono digitale. Grazie all’intervento della Inzoli-Bonizzi, lo strumento tornerà alla sua voce autentica.
Claudio e il suo staff, forti di una competenza maturata in decenni di restauri in Italia e all’estero, si occuperanno di ogni dettaglio: dallo smontaggio alla pulitura, dal recupero dei materiali originali alla ricostruzione delle parti mancanti secondo le misure e le tecniche storiche. Un lavoro lungo e minuzioso, destinato a restituire alla cattedrale e alla città di Urbino un suono puro, capace di accompagnare liturgie solenni e concerti.
L’intervento, promosso dall’Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali della Diocesi di Urbino, prevede anche una novità: un nuovo corpo d’organo troverà posto sulla cantoria sinistra del presbiterio, per ampliare la potenza e la diffusione sonora nella grande navata. A Crema, intanto, la Libera Associazione Artigiani presieduta da Marco Bressanelli guarda con orgoglio a questa nuova impresa. Perché non si tratta solo di un restauro, ma di un segno tangibile di quanto viva e vitale sia l’arte organaria cremasca.
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