L'ANALISI
LE CELEBRAZIONI PER IL DECENNALE
14 Settembre 2023 - 20:14
(FotoLive/Paolo Cisi)
CREMONA - L’amore dichiarato e dimostrato per Cremona, il sogno di realizzare un unicum nel mondo musicale, il piacere di raccoglier una sfida complicata, il dispiacere di avere ogni giorno sotto gli occhi un edificio abbandonato, il palazzo dell’Arte realizzato nel 1941 dall’architetto Carlo Cocchia, che aveva fatto, in momenti e modalità differenti, la grande storia, quella del Ventennio, ma anche la storia piccola e quotidiana della città.
Il cavalier Giovanni Arvedi — oggi pomeriggio ospite d’onore alle celebrazioni del dieci anni del Museo del Violino e dell’Auditorium Arvedi inaugurati il 14 settembre 2013 mente era sindaco Oreste Perri — non si sarebbe mai dato pace se l’edificio che domina piazza Marconi fosse stato trasformato nel Museo del calcio, come si era da più parti ventilato.
«Ho cominciato ben più di dieci anni fa a pensare ad un Museo del Violino di cui l’Auditorium sarebbe andato a costituire una parte tanto affascinante e un unicum nel suo genere», ha detto Arvedi, conversando con Roberto Codazzi, direttore artistico.
L’Auditorium è un gioiello di ingegneria acustica il cui progetto, curato dall’ingegnere giapponese Yasuhisa Toyota dello studio Nagata Acoustics, uno dei più grandi esperti mondiali del settore, costituiva già la prima sfida: «Incastonare una forma sinuosa a tulipano nella rigida struttura razionalista preesistente di un parallelepipedo dalle dimensioni ridotte», ha detto il Cavaliere, riandando con un pensiero affettuoso a quegli esordi un po’ concitati: la telefonata a un caro amico giapponese che fa da tramite, Toyota che si mette in viaggio destinazione Cremona. «Vuole fare un Auditorium qui?», chiede incredulo Toyota.
La prima impressione demoralizza tutti ma non Arvedi. «Quello che mi affascina della città - ha aggiunto - è la sua cultura profonda, una comunità equilibrata e sapiente. Nutro profonda ammirazione e stima per quello che è stata e mi perdoni il sindaco qui in prima fila» scherza Arvedi che chiama tutti a unire le forze per quanto compete a ciascuno nella convinzione che l’arte «sia una attrattiva importante».
Cosa manca a Cremona per diventare una piccola Salisburgo, incalza Codazzi, ben conoscendo la passione e le competenze musicali del Cavaliere, assiduo frequentatore del Festival. «Se il violino è lo strumento più geniale che un essere umano potesse creare, perché non dare vita ad un’orchestra tutta cremonese? Lavorare con i giovani aiuta a sopravvivere a noi stessi — ha ribadito il Cavaliere — a dare dignità a noi stessi», riflessioni che hanno dato il là al direttore artistico per annunciare, in anteprima, il premio internazionale di esecuzione violinistica Concorso città di Cremona dal 3 al 9 giugno del prossimo anno. In giuria, presieduta da Sergej Krylov, alcuni dei grandi nomi che hanno calcato il palcoscenico dell’Auditorium in questi dieci anni, primo premio 40mila euro.
Affollato di pubblico l’Auditorium che ha ospitato la cerimonia. Hanno portato il loro saluto il sindaco Gianluca Galimberti, la direttrice dell’MdV Virginia Villa e il conservatore delle collezioni, Fausto Cacciatori.
Di Arvedi, Galimberti ha sottolineato «la visione generosa e piena di passione, lo sguardo aperto sulla realtà che sa cogliere arte, bellezza, cultura facendo del Museo del Violino riferimento assoluto dei maestri liutai e luogo di incontro fra i più diversi saperi oltre che di bellezza che genera bellezza».
La direttrice Villa ha parlato di «uno spazio, sviluppo e motore culturale e turistico, che ha reso possibile una serie di sogni che sarebbero stati, senza questo luogo, impossibili da realizzare. Una macchina da guerra è questo Museo. Motore di sviluppo culturale, turistico, economico, formativo. Un Museo che suona per tutti». Di pensiero strategico che sta dietro al progetto e di lavoro corale che ne ha permesso il compimento.
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