L'ANALISI
23 Luglio 2022 - 12:39
Greco e Muti
CREMONA - «Non è stato solo un concerto, ma un’esperienza di fede e di humanitas», commenta a caldo Antonio Greco, reduce dai due concerti Le vie dell’amicizia: Lourdes–Loreto, in cui ha diretto il Cremona Antiqua all’interno della kermesse, ideata da Cristina Mazzavillani Muti, che vuole la musica ambasciatrice di fraternità e amicizia nel mondo. Il direttore del Cremona Antiqua è collaboratore stabile del maestro Muti e docente presso il conservatorio di Ravenna, oltre che presenza fissa al Ravenna Festival, una delle kermesse di teatro, danza e musica più prestigiosa d’Italia e che quest’anno si è divisa fra l’omaggio a Pier Paolo Pasolini e a Dante Alighieri, per i 700 anni della morte del poeta, con un percorso tematico dedicato al Paradiso. In questo contesto si pone anche l’appuntamento con il concerto delle Vie dell’amicizia, un rito che vuole la musica come veicolo di dialogo fra culture e popoli. «Il doppio concerto nei due santuari mariani ha visto impegnata l’Orchestra giovanile Cherubini, i cori Cherubini e Cremona Antiqua diretti da me – racconta il direttore cremonese – e il coro dell’Opera di Stato di Kiev, diretto Bogdan Plish».
Sulle vie dell’amicizia ha fatto il suo ingresso la guerra in Ucraina?
«È da qualche mese che il Coro dell’Opera di Kiev collabora col maestro Muti e il Ravenna Festival. Certo avere a che fare con colleghi ucraini ha reso prossima e concreta la guerra, i racconti di chi vive al fronte, della preoccupazione di molti dei musicisti per i familiari a casa. È come se la vita vera, i drammi del nostro presente abbiano fatto irruzione con tutta la loro drammaticità nel nostro vivere quotidiano. Un conto è sentire le notizie al telegiornale, altro è vedere negli occhi dei tuoi colleghi la preoccupazione per chi è rimasto a Kiev o a Odessa».
Tutto ciò cambia le carte dei valori?
«Esattamente. Quando un tuo collega ti racconta che si è visto passare sopra la testa un missile che poi è andato a colpire un condominio poco distante dal teatro dell’Opera di Kiev, non puoi rimanere indifferente. L’esibizione del coro ucraino è stata l’ultima, prima del loro rientro a Kiev. Il teatro dell’Opera ha ripreso le attività e si sta allestendo il Nabucco di Verdi che sta assumendo un valore simbolico di rinascita, un po’ come accadde col concerto di Arturo Toscanini alla Scala nel maggio 1946 che segnò la voglia di rinascita della città di Milano e dell’Italia intera».
Andando per simboli, ha qualcosa di esemplare anche l’idea di portare Le vie dell’amicizia nei due luoghi mariani: Lourdes e Loreto…
«Nell’eseguire il Magnificat di Vivaldi, il concerto n. 1 per corno e orchestra di Mozart, Stabat Mater e Te Deum di Verdi e l’Ave verum corpus di Mozart ho avvertito un forte afflato sacro e devozionale che sulla grande spianata davanti alla basilica di Lourdes con oltre 5mila persone ad ascoltarci ha avuto qualcosa di magico. L’Ave verum corpus di Mozart a Lourdes è stato preceduto dalla processione della Madonna ed è stata una cosa emozionante e molto toccante, non credo solo per chi crede. Non si è trattato di due concerti identici, ognuna delle due sere ha avuto qualcosa di inedito e unico. A Lourdes è stato chiamato ad esibirsi con noi un coro basco, l’ensemble corale ucraina ha proposto alcuni brani di musiche tradizionali, insomma ancora una volta la musica si è offerta come terreno comune di incontro di popoli e culture differenti».
La musica che permette di andare oltre gli stereotipi e le difficoltà, è questo il senso?
«Può essere uno dei significati, lo è, ad esempio, nei confronti del cornista Felix Klieser, un ragazzo nato senza arti superiori e che suona il corno con i piedi. All’ascolto nulla farebbe pensare che suoni il corno con i piedi. Il bello è che Felix ha trovato il modo di affrontare la vita di tutti i giorni con grande autonomia e determinazione, per certi versi esorcizzato e oltrepassando il suo handicap. Anche questo credo sia il valore delle Vie dell’amicizia, un modo di fare musica che chiama a raccolta le bellezze delle differenze».
Il doppio concerto a Lourdes e Loreto avrà un seguito?
«La serata di Loreto sarà trasmessa il 6 agosto su Rai Uno. Con il doppio appuntamento musicale nei due santuari mariani siamo tornati a viaggiare sulle vie dell’amicizia, per rubare il titolo dell’iniziativa, ideata dalla moglie del maestro Muti. Certo che se devo pensare alle Vie dell’amicizia nel 2019 che ci portò in Grecia, l’impressione è che quel mondo non ci sia più, che i due anni di pandemia e non solo abbiano definitivamente archiviato il mondo come lo conoscevamo, prima dello scoppio del Covid. Per questo i due concerti di Lourdes e Loreto hanno un valore simbolico e spirituale molto particolare ed emozionante, almeno per noi che li abbiamo vissuti come concertisti, ma credo anche per le persone che vi hanno assistito».
Ed ora?
«Con il Cremona Antiqua proporremo ad agosto il Vespro della Beata vergine di Monteverdi in due rassegne di musica antica, una a Milano e l’altra a Perugia. Poi l’impegno autunnale sarà con Requiem di Verdi, insieme al maestro Riccardo Muti. Non vedo l’ora».
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