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CREMA: I RITI DELLA TRADIZIONE

L'omelia di Natale di Gianotti: «Canti e parole, così ascoltiamo la voce di Dio»

Il Pontificale del vescovo, è stato celebrato nella cattedrale, con la solenne messa delle 11, che ha fatto seguito a quella di mezzanotte. Due momenti vissuti in modo intenso, intrisi di un profondo spirito religioso

Giovanni Ricci

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redazione@laprovinciacr.it

26 Dicembre 2025 - 15:47

L'omelia di Natale di Gianotti: «Canti e parole, così ascoltiamo la voce di Dio»

Il vescovo di Crema monsignor Daniele Gianotti in duomo durante la celebrazione natalizia

CREMA - Festività natalizie trascorse tra fede e messaggi di pace e speranza in vista della chiusura, anche per la Chiesa cremasca, del Giubileo previsto domani pomeriggio. Il Pontificale natalizio del vescovo Daniele Gianotti, è stato celebrato nella cattedrale, con la solenne messa delle 11, che ha fatto seguito a quella di mezzanotte. Due momenti vissuti in modo intenso, intrisi di un profondo spirito religioso.

«Avrete senz’altro notato l’insistenza di papa Leone XIV nel parlare di una pace ‘disarmata e disarmante’: lo ha fatto fin dal suo primo intervento pubblico, subito dopo l’elezione dell’8 maggio scorso; lo ha ribadito più volte in questi mesi, e ha ripreso questo linguaggio nel titolo del messaggio per la prossima Giornata mondiale della pace, che celebreremo tra otto giorni», ha detto Gianotti all’inizio dell’omelia della messa notturna.

Il vescovo Daniele Gianotti durante la messa di Natale nel duomo di Crema

A Natale Gianotti ha presieduto la messa con il capitolo della cattedrale, presieduto don Ersilio Ogliari; con lui don Ernesto Mariconti, don Angelo Frassi e il diacono Alessandro Benzi, che ha proclamato il Vangelo, il tutto impreziosito da brani di canto gregoriano della polifonica Cavalli, diretta dal maestro Nicola Dolci, che all’inizio della processione ha accompagnato i celebranti verso l’altare al suono dell’Adeste Fideles. A curare la regia, per la prima volta in una solennità diocesana importante, è stato il nuovo sacrestano, il bresciano Marco Foschetti.

Per questa solenne celebrazione, il colore liturgico principale è stato l’oro, simbolo cattolico della regalità e della festa. Nell’omelia Gianotti ha puntato l’attenzione sulla comunicazione: «I genitori che fanno fatica a comunicare con i figli adolescenti; più in generale gli adulti che sentono di non riuscire a entrare facilmente in comunicazione con le nuove generazioni (e viceversa, naturalmente); e ancora, più in generale l’esperienza di chi, in qualsiasi situazione, si trova in difficoltà a comunicare con gli altri. Tutto ciò si può confrontare, non dico con sollievo, ma almeno con realismo, con una storia di comunicazione fallita che risale addirittura al principio di tutto ciò che esiste; una storia di comunicazione fallita che ha per protagonisti niente meno che Dio e l’umanità».

«Ed ecco, allora, la svolta: il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; il desiderio di comunicazione di Dio è tale che Dio entra nella stessa condizione umana, la fa sua nel bimbo che Maria, per dono dello Spirito, ha concepito e portato nel grembo, e di cui, oggi, celebriamo la nascita: Gesù. Che la Parola si sia fatta carne in mezzo a noi vuol dire che da parte di Dio la volontà, il desiderio di comunicare sono definitivi. E può suggerirci anzitutto questo: Dio ci parla, normalmente, nell’ordinarietà della nostra vita. Ci parla con parole umane, rispettose del nostro modo umano di comunicare».

I fedeli presenti nel duomo di Crema a Natale

«Noi stiamo entrando sempre più in un modo di comunicare ‘disincarnato’, un modo di comunicare che va nella direzione opposta, rispetto al ‘farsi carne’ di Dio, della sua Parola, che celebriamo nel Natale di Gesù. I nostri potentissimi strumenti di comunicazione moltiplicano le possibilità comunicative, le rendono estremamente veloci, danno la possibilità di raggiungere in pochi secondi milioni di persone nel mondo, ma – credo – dobbiamo anche chiederci se tutto questo stia effettivamente migliorando la qualità delle nostre relazioni e del modo in cui comunichiamo tra di noi. Il presepio ci aiuta a fermare lo sguardo sul ‘farsi carne’ del Figlio di Dio: ci sia dato di incontrare la Parola fatta carne nel volto e nel corpo dell’altro, del fratello, della sorella… e di provare a comunicare con lui, con lei, secondo verità e secondo carità», le parole finali del presule.

In queste giornate è forte l’impegno non solo del vescovo Gianotti ma anche per il suo vicario generale, don Attilio Premoli, che, essendo impegnato nell’Unità Pastorale San Carlo Acutis - al posto del degente parroco don Lorenzo Roncalli, ricoverato da qualche giorno all’ospedale dopo il malessere che lo aveva colpito martedì scorso - ha dovuto gestire le celebrazioni nelle quattro parrocchiale dell’unione che fanno capo alla parrocchia di San Biagio Vescovo a Pieranica e che comprende anche Torlino, Azzano, Quintano. Lo stesso don Lorenzo il giorno di Natale ha fatto pervenire questo messaggio: «La cosa più straordinaria non è che l’uomo sia arrivato sulla Luna, ma che Dio sia sceso a camminare sulla terra. Buon Natale con gioia a tutti». Firmato don Lorenzo.

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