L'ANALISI
22 Dicembre 2025 - 20:18
SPINO D’ADDA - «Una gestione fortemente orientata al debito. Nel 2026 verrà acceso un nuovo mutuo da mezzo milione, a un anno dalle elezioni (primavera 2027, ndr), destinato alle asfaltature. Interventi che appaiono elettorali e che richiamano logiche del passato, mai viste a Spino d’Adda in questi termini. L’aumento dei mutui comporta inevitabilmente un aumento degli interessi, sottraendo risorse ai servizi per i cittadini».
Bocciatura senza appello del bilancio 2026 da parte della minoranza di ‘Spino futura’. A pochi giorni dal via libera dopo il voto in consiglio, interviene il capogruppo Paolo Riccaboni.
«Troviamo preoccupante la gestione delle entrate legate alle urbanizzazioni. In molti casi si è rinunciato agli oneri, chiedendo ai privati beneficiari interventi marginali al posto di contributi economici significativi. Scelte incomprensibili che hanno ridotto le entrate comunali senza un reale interesse pubblico tutelato da queste decisioni. Risorse che avrebbero potuto incidere in modo concreto sulle scelte di bilancio, contribuendo a ridurre il ricorso al debito o ad alleggerire la pressione fiscale sui cittadini. Oggi, invece, quelle entrate mancano. Come manca la piazza e come manca la casa di riposo».
C’è poi quello che l’ex sindaco ritiene un esito contraddittorio. «Dopo anni di annunci sul miglioramento dell’efficienza energetica, il risultato è paradossale: nonostante nuove strutture, come la scuola, avrebbero dovuto ridurre i costi, oggi il Comune spende di più. Un segnale evidente di una programmazione fallimentare».
Sullo incremento dell’addizionale comunale Irpef, Riccaboni aggiunge «L’aliquota è stata portata direttamente al massimo consentito (0,8 per mille) eliminando di fatto ogni criterio di progressività. Una volta superata la soglia d’esenzione, si paga immediatamente l’aliquota massima. Questo significa che un cittadino con 15mila euro di reddito annuo paga la stessa addizionale di chi ne guadagna 150mila euro. Una scelta profondamente ingiusta, che colpisce una fascia di popolazione che non può certo essere definita ricca e che riguarda molte famiglie di Spino d’Adda. Tradotto, tremila famiglie a Natale pagheranno il 20% in più di tasse comunali dell’anno scorso».
Per il sindaco Enzo Galbiati le scelte politiche della maggioranza «vanno nella direzione di tutela delle categorie dei più deboli. La spesa dei Servizi sociali è passata 821.918 a 1.327.380 euro, aumentando del 44,6. L’incidenza della stessa su quella corrente è dunque salita dal 22 al 27,3%. L’indennità di funzione è decisa dal ministero. Spino, a differenza dei paesi limitrofi, non la utilizza al massimo, ne restituisce una parte allo Stato. Sulle asfaltature 2026, le minori entrate di oneri ci costringono ad accendere un mutuo. Gli interventi edilizi di rigenerazione urbana tagliano del 60% gli incassi dei Comuni facendo mancare le entrate per le manutenzioni».
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