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Progetto autismo: «Così non siamo soli»

Approccio bio-psico-sociale: la sperimentazione nel Cremasco modello per la Lombardia

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

22 Dicembre 2025 - 19:32

Progetto autismo: «Così non siamo soli»

CREMA - La città e il suo distretto socio sanitario primi in regione per un innovativo progetto sull’autismo, illustrato questa mattina in sala Pietro da Cemmo, dai vertici di Asst, a cominciare dal direttore generale Alessandro Cominelli e da quello socio sanitario Carolina Maffezzoni. Poi l’assessora al Welfare del Comune Anastasie Musumary.

In platea anche il presidente dell’Area omogenea Gianni Rossoni, i consiglieri regionali Riccardo Vitari e Matteo Piloni e una cinquantina di addetti ai lavori, a cominciare dai vertici di Comunità sociale cremasca, per arrivare ai dirigenti della Regione e ai rappresentanti di Ats, che ha coordinato il progetto dal 2019 ad oggi, e delle cooperative sociali e enti impegnati nell’assistenza agli autistici.

Il Cremasco è stato il primo territorio in Lombardia ad avviare questo progetto, grazie a risorse regionali ottenute alcuni anni fa. In futuro potrebbe essere inserito stabilmente nel sistema regionale, con risorse dedicate.

I lavori hanno sottolineato come l’attenzione nei prossimi mesi vada rivolta anche ai più giovani, per potere intervenire precocemente e formulare diagnosi tempestive.

«Il progetto – ha evidenziato Cominellifornisce risposte alle persone con disturbo dello spettro autistico e per le loro famiglie».

Maffezzoni ha aggiunto: «Una presa in carico delle persone con autismo, a basso e alto funzionamento, con una continuità assistenziale lungo tutto il percorso di vita, introducendo anche modalità innovative di utilizzo e ottimizzazione delle risorse. La sperimentazione ha dimostrato l’efficacia di una presa in carico integrata, multidimensionale e partecipata, la collaborazione tra istituzioni e terzo settore e di migliorare il benessere delle persone con autismo e delle loro famiglie. Un modello che, per i risultati ottenuti anche in termini di qualità relazionale e fiducia costruita, può essere considerato replicabile e meritevole di consolidamento».

Il modello si fonda sull'approccio bio-psico-sociale, presentato dai dirigenti di Regione Ivan Limosani e Laura Falcone come pilastro della programmazione 2021-2028.

Significative le testimonianze delle madri dei ragazzi coinvolti. «Per la prima volta ci siamo sentiti accompagnati e non lasciati soli. Avere un punto di riferimento chiaro e una rete di professionisti che dialogano tra loro ha cambiato il nostro modo di affrontare le difficoltà quotidiane», ha raccontato una madre. Un’altra ha sottolineato l’impatto sul percorso del figlio: «Un percorso su misura per lui, rispettando i suoi tempi e valorizzando le sue potenzialità. Questo ha migliorato la sua autonomia e la qualità della vita di tutta la famiglia».

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