L'ANALISI
22 Dicembre 2025 - 05:05
Il tratto della ciclopedonale tra l’incrocio di via Gaeta e il passaggio a livello chiuso
CREMA - «La sera, quando torno a casa a piedi e percorro quel tratto del viale di Santa Maria deserto e abbandonato, sono sempre in video chiamata con Viola. Una mia amica? No, Viola è un’app, collegata a un gps e alle forze dell’ordine. Ho paura». Alessia B. ha 22 anni, vive nel quartiere di Santa Maria. Come tanti residenti spesso percorre a piedi o in bicicletta la ciclopedonale che porta verso il centro. Lo fa anche per recarsi alla stazione ferroviaria la mattina, per prendere il treno o il bus, e ovviamente la sera quando rientra.
«Da un anno a questa parte, da quando è stato chiuso il passaggio a livello per l’apertura del sottopasso, la situazione è peggiorata notevolmente e la percepisco come davvero preoccupante. Una mattina, intorno alle 7.30, mentre mi trovavo nelle vicinanze del ristorante abbandonato, ho visto due uomini uscire da quell’edificio. Credo fossero senza fissa dimora. Hanno iniziato a fischiare e a chiamarmi. Ho accelerato il passo e in quel momento ho pensato seriamente a cosa potesse succedere. Poco più avanti, un lavoratore che aveva assistito alla scena mi ha chiesto se andasse tutto bene; appena si è fatto vedere, i due si sono allontanati».
L’ex ristorante pizzeria in questione si trova proprio nell’ultimo tratto del viale, prima dello sbarramento. Con la chiusura al transito veicolare è diventata un’area molto isolata, dove non passano veicoli, fatta eccezione per la presenza di quelli dei dipendenti della Csm Italia.

«Di sera la situazione è ancora più critica – prosegue Alessia –: mi capita di passare in zona, quando porto a spasso il cane. Noto spesso presenze che vagano barcollando, dando una forte sensazione di insicurezza. Una sera, tornando da un locale notturno verso le 4.30 del mattino con un’amica, ho dovuto percorrere tutto il viale tenendo in mano un pezzo di legno. All’improvviso un uomo di mezza età è sbucato da un cespuglio. In quel momento ci siamo chieste cosa fare. Abbiamo mantenuto la calma, cercato di evitarlo, ma siamo state comunque insultate. Abbiamo proseguito dritte per la nostra strada, con la ansia e il terrore che potesse accadere qualcosa di grave».
Alessia, e come lei tanti altri residenti di Santa Maria e non solo, chiede più attenzione. «La sensazione di insicurezza è costante – conclude –: vivere o attraversare queste zone non dovrebbe significare dover essere costantemente in allerta, cambiare strada, camminare con oggetti in mano per difendersi o affidarsi a videochiamate e applicazioni di emergenza per sentirsi al sicuro. Servono un maggiore presidio del territorio e interventi concreti per garantire la sicurezza di tutti». Come lei sono decine i residenti del viale che notano queste situazioni.
Problemi sollevati anche dal comitato di Santa Maria. Come noto, l’amministrazione comunale punta forte sulla costruzione del sottopasso ciclopedonale lungo il viale, che permetta di dare continuità alla ciclabile interrotta dalla chiusura del passaggio a livello. Obiettivo avviare il cantiere entro la fine dell’anno prossimo o comunque nel 2027, prima della scadenza del mandato amministrativo. L’ipotesi è che ci vogliano almeno 18 mesi per completare l’opera, che non costerà meno di 4 milioni di euro. L’amministrazione si è mossa per tempo, accantonando un milione e 800mila euro per l’opera. Il resto dovrebbe arrivare virando sul bando nazionale per la rigenerazione urbana, per ottenere i due milioni attesi per concretizzare l’intervento.
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