L'ANALISI
20 Dicembre 2025 - 16:32
Fabio Bergamaschi, Daniele Gianotti, Gianni Risari e Claudio Dagheti
CREMA - «Il nuovo rifugio è pronto, vi consegniamo l’involucro, felici del vostro prossimo arrivo». Così il presidente della Fondazione Benefattori Cremaschi Gianni Risari ha consegnato oggi alla Caritas quella che diventerà la nuova sede del San Martino, lo storico dormitorio per i senzatetto, che la diocesi aveva aperto ormai 13 anni orsono.
La cerimonia inaugurale ha sancito la fine dei lavori, anche se nella nuova sede restano da completare diversi interventi. Inoltre il rifugio va arredato e attrezzato, prima di poter trasferire il dormitorio da via Civerchi e attivare dunque i posti letto, che saranno ancora 18, come gli attuali.
La nuova sede è stata ricavata nella palazzina dell’ex Misericordia di proprietà della Fondazione Benefattori Cremaschi. L’ingresso è da via Patrini. Alla cerimonia, oltre a Risari, sono intervenuti il vescovo Daniele Gianotti, il sindaco Fabio Bergamaschi, Claudio Dagheti, direttore della Caritas diocesana, Silvia Sinibaldi, vicedirettrice di Caritas Italiana, e Cesare Macconi presidente di Fondazione comunitaria di Cremona.
La nuova casa degli homeless che aprirà sabato è stata riqualificata e attrezzata grazie a un investimento di 320mila euro, ovvero fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per il contrasto all’emarginazione.
Le sue caratteristiche ricalcheranno quelle attuali: al primo piano ci saranno ancora 18 posti letto, con apertura serale e uscita al mattino dopo colazione, gestiti grazie ai volontari Caritas e non solo.
Oggi sono una decina quelli che si alternano nei turni, che comportano la presenza contemporanea di due persone per i servizi di accoglienza.
Al piano terra il refettorio, aperto tutto l’anno, e il centro diurno.

Dopo l’incontro nella sala conferenze della Misericordia, i protagonisti, insieme ad oltre un centinaio di presenti, si sono trasferiti all’ingresso di via Patrini per il taglio del nastro, la visita e la benedizione dei locali da parte del vescovo.
«La porta è aperta, chi vuole sentirsi accolto sa di poter avere un tetto sopra la testa» ha evidenziato il sindaco Bergamaschi. «Nel resto della Misericordia i cui lavori di riqualificazione e recupero volgono al termine ospiteremo diverse attività del terzo settore – ha aggiunto Risari – non inquilini separati in casa ma persone che collaborano».
Ci vorrà qualche settimana tra ultimazione delle rifiniture del nuovo rifugio e organizzazione del trasloco. «Ci è comunque sembrato bello organizzare l’inaugurazione in questo periodo natalizio – ha evidenziato Dagheti –: abbiamo voluto una struttura che coinvolgesse anche il quartiere e il vicinato e abbiamo avuto importanti dimostrazioni di solidarietà, comprese donazioni cospicue».
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