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Rugby Crema in allarme sulla nuova convenzione comunale

Il presidente Siniscalchi contesta un’impostazione ritenuta poco attenta alla tenuta delle associazioni sportive, tra oneri crescenti e interventi straordinari sostenuti in autonomia. Preoccupazione anche dalle famiglie

Dario Dolci

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redazione@laprovinciacr.it

09 Dicembre 2025 - 15:15

Rugby Crema in allarme sulla nuova convenzione comunale

Il presidente del Crema Rugby Giovanni Siniscalchi

CREMA - Non piace al Rugby Crema la convenzione che il Comune intende proporre per la gestione dell’impianto sportivo di via Toffetti.

«La mia riflessione – afferma il presidente Giovanni Siniscalchi – nasce dal fatto che la nuova impostazione dell’accordo appare come il frutto di una visione aziendalista del servizio pubblico, attenta soprattutto al rapporto costi-benefici e alla valorizzazione delle strutture. Questo approccio può essere comprensibile per il cittadino contribuente, ma lascia perplesso chi lavora quotidianamente con atleti di ogni età e affronta problemi gestionali concreti. La recente normativa ha trasformato le società sportive in vere e proprie aziende datrici di lavoro, aumentando responsabilità, ruoli, adempimenti e costi. Di tutto ciò sembra non si tenga conto: l’attenzione è rivolta agli impianti, non alla sostenibilità delle società, il cui compito principale è far praticare sport e offrire un servizio educativo e sociale

Siniscalchi aggiunge: «Negli ultimi anni siamo stati costretti a intervenire più volte sull’impianto, con lavori straordinari che non ci competono:

  • illuminazione del campo d’allenamento;
  • rifacimento completo del campo gara sovrautilizzato;
  • sostituzione della centralina di irrigazione;
  • riparazioni continue al tetto della palazzina;
  • messa in sicurezza e ripristino della recinzione dopo un nubifragio.

Tutti costi sostenuti dalla nostra società, perché non possiamo permetterci di attendere i tempi di intervento dell’ente pubblico. Chiediamo che si tenga conto di questi sforzi. È davvero necessario imporre alle società il 25% del costo delle utenze? Non sarebbe più giusto riconoscere chi ha collaborato concretamente nel tempo come un partner e non come un semplice fornitore? E soprattutto: se, quando e in che misura ci verranno riconosciuti gli interventi effettuati in emergenza

Al presidente fa eco Luca Genevini, che parla come genitore di due ragazzi che praticano rugby: «Non ho alcun dubbio nel riferire circa la portata sociale e educativa di uno sport profondamente di squadra, inclusivo, che fa del comune impegno, rispetto e fatica la propria anima, contribuendo a costituire una alternativa ai tanto vituperati comuni vizi e stili di vita dei nostri adolescenti e anche di tanti noi adulti. La circostanza che il Comune non percepisca quanto sia importante offrire tangibili modelli in grado di promuovere migliori individui e cittadini, non è solo banale miopia, ma l’incapacità di offrire con coraggio e senza scuse una scelta politica, che va al di là del bilancio».

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