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Ultramaratona: la pioggia non ferma i 2 cremaschi

Orini al traguardo della massacrante Boa Vista Trail, Milanesi conclude la 42 chilometri

Dario Dolci

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08 Dicembre 2025 - 15:49

Ultramaratona: la pioggia non ferma i 2 cremaschi

Carlo Milanesi. Più a destra con Rosolo Orini

CREMA - «Ce l’ho fatta. È stata dura, sono un po’ stanco. Ora vado a riposare». Sono state queste le prime parole pronunciate da Rosolo Orini dopo aver tagliato il traguardo della Boa Vista Ultra Trail, la maratona estrema lunga 150 chilometri, che si è disputata nelle ultime ore sull’isola di Boa Vista, nell’arcipelago di Capo Verde.

Stremato dalla fatica, incoraggiato dagli organizzatori nell’ultimo tratto che pareva interminabile, il settantenne sabbionese, ex direttore del centro natatorio comunale, ha compiuto la sua impresa e raggiunto l’obiettivo che si era prefisso: «Arrivare al traguardo». Superando le difficoltà e gli imprevisti: «Sono rimasto vittima di una brutta caduta sulle rocce — spiega il runner cremasco — per fortuna non ho avuto gravi conseguenze, ma il dolore mi ha accompagnato fino al traguardo, dove sono arrivato piegato su un fianco per la forte contusione a un’anca. Ho stretto i denti e ce l’ho fatta comunque».

Orini ha fatto segnare un tempo di 33 ore, 52 minuti e 48 secondi, lontano dal suo record di 25 ore e 13 minuti, realizzato però nel 2015, quando aveva dieci anni in meno. Nelle precedenti partecipazioni, l’atleta in due occasioni aveva dovuto ritirarsi, in altre due si era fermato ai 75 chilometri, mentre in un caso era rimasto vittima di un infortunio a un piede. Quattro volte il sabbionese era arrivato al traguardo e il suo miglior piazzamento era stato, appunto, il sesto posto assoluto in poco più di 25 ore.

L’edizione di quest’anno, la decima per lui, è stata resa ancor più difficile dalle condizioni meteo, con la pioggia che per lunghi tratti ha bagnato i concorrenti. Muniti di una cartina dell’isola e del road book dettagliato, i 23 partenti alla maratona estrema hanno corso su asfalto, dune, terra battuta, sabbia, roccia, pavé, ghiaia di fiume, pietraie e saline. Un mix devastante per i muscoli delle gambe degli atleti, messi ancor più a dura prova dalla pioggia. Ogni concorrente aveva con sé zaino, sacco a pelo, torcia elettrica, bussola, telo termico, coltello, accendino, antisettico cutaneo, fischietto, specchio da segnalazione, alimenti pari a un minimo di 4.000 calorie, sali minerali, due bastoncini luminosi o luci posteriori. Nella 150 chilometri, Orini si è classificato quattordicesimo.

La vittoria è andata all’italiano Stefano Giusto, che ha coperto la distanza in 21 ore. «L’ho fatto esclusivamente perché mi piace correre nella natura — ha commentato Orini — non mi interessa la classifica. Ho corso per misurarmi con me stesso e non con gli altri

La Salt Marathon di 75 chilometri è stata invece vinta da Flavio Zuppante, mentre l’Eco Marathon di 42 chilometri ha visto trionfare Joao Dos Santos Fortes. Su questa distanza era in gara un altro cremasco, il 65enne Carlo Milanesi, presidente dell’Aperunning. Ha coperto la maratona in 7 ore, 23 minuti e 48 secondi, classificandosi al decimo posto.

Dopo le fatiche, adesso, è il momento di godersi una vacanza sull’isola dell’Atlantico.

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