L'ANALISI
11 Novembre 2025 - 21:57
CREMA - Marco Bressanelli è stato rieletto presidente della Libera Associazione Artigiani per il quarto mandato consecutivo. La decisione è arrivata per acclamazione, in un clima che ha restituito l’immagine di una comunità coesa, consapevole del percorso fatto e delle sfide ancora aperte. «Mi è stato chiesto di continuare – spiega Bressanelli – perché ci sono ancora molte cose da concludere. E allora andiamo avanti, insieme». Le parole scorrono piane, senza trionfalismi: sono quelle di chi conosce il peso della responsabilità e il valore della fiducia ricevuta.
La Libera, del resto, negli ultimi anni ha attraversato una stagione di trasformazioni profonde. Non solo rappresentanza e consulenza: l’associazione ha scelto di diventare infrastruttura concreta, laboratorio operativo, officina capace di modellare servizi e opportunità. Come un artigiano che non si limita a progettare, ma plasma con le mani la materia, la Libera ha costruito pezzo dopo pezzo una rete solida: l’apertura di un ristorante utilizzato come mensa convenzionata, la creazione di una società dedicata alla sicurezza, l’avvio dei nuovi ambulatori per la medicina del lavoro, senza dimenticare l’impegno nella valorizzazione delle filiere artigiane e, soprattutto, dell’arte organaria, traiettoria identitaria di un territorio che suona in tutto il mondo.
«Abbiamo investito molto – osserva Bressanelli – perché crediamo nella capacità delle nostre imprese di guardare oltre. La tradizione è fondamentale, ma va proiettata nel domani. L’artigiano del terzo millennio tiene stretti i valori di sempre, ma sa dialogare con digitale, nuovi mercati, reti globali». Nel nome di una strategia che non si limita a conservare, ma tende a trasformare.
La squadra che governerà l’associazione nei prossimi anni resta pressoché immutata, a conferma della direzione intrapresa. Il Consiglio direttivo è stato riconfermato in larga parte, così come il Consiglio di presidenza: al fianco di Bressanelli resteranno i vice presidenti Stefano Pasquini, Angelo Valota, Andrea Goldaniga, Silvano Molteni e Ivan Maggi, insieme al segretario Renato Marangoni e al past president Giuseppe Capellini. «Il nostro – afferma Bressanelli – è un gruppo che combina esperienza e giovani leve. In consiglio abbiamo già energie nuove, che cresceranno e prenderanno in mano il futuro. Avrei voluto fare un passo indietro, ma il senso della continuità è esattamente questo: non chiudere le porte, ma accompagnare il passaggio».
La durata del mandato resta quadriennale, prolungata nella scorsa consiliatura dalla parentesi della proroga pandemica. Anche su questo punto il presidente chiarisce: «Non si tratta di rimanere al comando, ma di finire ciò che va terminato». È lo spirito di servizio che emerge come filo conduttore. «Dobbiamo fare il meglio per i nostri associati, sempre. L’associazione può dare ancora molto al territorio. È cambiata in questi anni, ma mantiene il cuore della rappresentanza vera: uomini e donne che vivono il mestiere, che conoscono le difficoltà del lavoro quotidiano». La rappresentanza, per Bressanelli, non è vetrina né protocollo: è tessitura viva, un intreccio di fibre che tiene insieme forza e direzione.
Uno dei temi centrali del nuovo mandato sarà il ricambio generazionale. Qui la visione si fa più ampia, quasi educativa: «Vogliamo spingere i giovani a intraprendere attività artigianali e valorizzare la figura del lavoratore autonomo. Si può fare impresa nel futuro, anche se le micro e piccole realtà spesso sembrano invisibili. Ma sono loro il motore dell’economia: vanno sostenute, tutelate, fatte crescere».
Non mera dichiarazione di principio. Progetti concreti si delineano già all’orizzonte: la creazione di percorsi formativi, il borgo artigiano all’interno degli ex Stalloni, un incubatore identitario dove si impara non solo un mestiere, ma una postura verso il mondo. C’è poi la filiera organaria, lanciata e ormai consolidata. «Tra cinquant’anni – afferma Bressanelli – mi auguro che per Crema l’arte organaria sia ciò che la liuteria è per Cremona: un segno distintivo, un volto riconosciuto nel mondo».
Visione a lungo raggio, come quei maestri che lavorano legno e aria con la consapevolezza che lo strumento vivrà ben oltre loro. Il territorio resta il punto d’equilibrio di tutto. La Libera è tra i fondatori di ASSieme, la rete di coesione tra categorie imprenditoriali della provincia. «È un segno importante. Vogliamo far crescere l’associazione dentro un territorio in cui ogni soggetto sia protagonista e rappresentato. Le assise dell’economia sono un esempio concreto di come si può lavorare insieme».
Il futuro si misura anche nei servizi. Oltre alla sicurezza e alla medicina del lavoro, cresce la visione sulla salute, mentre la Zis – la Zona di innovazione e sviluppo della cosmetica – chiederà sempre più indotto artigiano, adattabilità, competenze sartoriali applicate all’industria. «Il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale: il coraggio di andare avanti è ciò che conta». Bressanelli cita Churchill, poi sorride: «E anche gli scout insegnano che, quando sembra la fine della strada, in realtà è lì che inizia il sentiero». Il messaggio è chiaro: le difficoltà esistono, ma vanno attraversate con tenacia e insieme.
La Libera, oggi, è una macchina che corre. «Non dipende dalla mia presenza – conclude – e questo è il mio orgoglio. La nostra storia dura da oltre settant’anni e io voglio consegnare un’associazione che continui a viaggiare sulle proprie gambe». Nel segno di una storia che somiglia a un legno ben stagionato: forte, pronto a prendere nuova forma sotto altre mani, altre generazioni, altre storie.
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