L'ANALISI
05 Novembre 2025 - 05:05
La droga e il denaro sequestrati dalla Polizia in un appartamento a San Donato Milanese
CREMA - La chiamano anche ‘magia’. Sì: magia nera. Perché promette euforia, energia, onnipotenza, ma è un incantesimo che spegne la mente e brucia la vita. È l’Mdpv – metilendiossipirovalerone – la droga sintetica che torna a fare parlare di sé, alle porte del Cremasco. Scorre nelle strade del Milanese e fa scattare un campanello d’allarme anche tra il Serio e l’Adda. È nota come ‘super coke’ o ‘droga dell’amore’, ma gli esperti la definiscono molto più semplicemente per quello che è: un veleno.
Girava per Milano con il suo motorino, come tantissimi altri. Ma nelle borse termiche, invece di consegnare pizze o sushi, recapitava pacchetti di Mdpv. Qualche sera fa, quel giro si è interrotto. A fermarlo sono stati gli agenti della Polizia di Stato. Il ragazzo – appena 19 anni, incensurato – aveva con sé 490 euro in contanti e cinque involucri della polvere micidiale, per un totale di cinque grammi. La successiva perquisizione di un appartamento a San Donato Milanese, considerato verosimile luogo di detenzione della droga da spacciare, ha svelato il resto: altri due etti abbondanti di Mdpv, già pronti per essere spacciati, insieme a 120 euro ritenuti provento dello smercio. Un sequestro che riporta l’attenzione su una sostanza ancora poco diffusa — inserita nella tabella I delle sostanze stupefacenti nel 2011 — ma che sta rivelando tutta la sua pericolosità.
Non è una novità assoluta, quella dell’MDPV nel territorio. Già nel 2023, a Cremona, ne erano stati sequestrati dieci grammi: un numero apparentemente esiguo, ma che segna la punta visibile di un fenomeno più ampio, sommerso e in crescita. A differenza della cocaina o dell’eroina, l’MDPV si muove in circuiti più discreti, quasi invisibili: ordinata online, prodotta in laboratori improvvisati, smerciata in microdosi nei locali, nei parchi, nelle feste private. Il suo costo – quasi il doppio di una dose di cocaina – ne fa una droga da “élite” o da “esperienza”, cercata da chi vuole superare il limite. Ma la sua potenza è devastante: bastano pochi milligrammi per scatenare effetti imprevedibili, a volte letali. Gli operatori sanitari raccontano di ricoveri per deliri acuti, stati di agitazione incontenibile, crisi psicotiche che possono durare ore. Nel Cremasco, la sua comparsa si intreccia con l’evoluzione del consumo giovanile. Le tradizionali sostanze lasciano spazio a miscele sintetiche sempre più sofisticate, spesso “tagliate” con molecole di nuova generazione, che sfuggono ai controlli e sono capaci persino di confondere gli strumenti dei laboratori. La frontiera si sposta continuamente: quello che oggi è illegale, domani viene sostituito da un analogo chimico appena diverso, ma altrettanto pericoloso.
A documentare il quadro arrivano anche i dati ufficiali. Secondo il monitoraggio annuale dell’Ufficio centrale di statistica del ministero dell’Interno, nel 2024 in Lombardia sono state 1.584 le persone segnalate come consumatrici di stupefacenti per uso personale, tra cui 261 minori. A guidare la classifica è la provincia di Brescia con 396 segnalazioni, ma subito dopo c’è Cremona con 307, un numero elevato, se rapportato alla popolazione. E se si guarda ai sequestri, il trend non è meno preoccupante: tra luglio e settembre, in provincia di Cremona, le forze dell’ordine hanno recuperato oltre un chilo di droga. Comprese 150 dosi di sostanze sintetiche, un segnale inequivocabile di come il mercato si stia spostando verso stupefacenti nuovi, meno noti ma più potenti. Dietro i numeri ci sono le storie, spesso simili: ragazzi attratti dal mito della prestazione, della notte infinita, del corpo che non cede mai. L’Mdpv promette energia e desiderio, ma in realtà amplifica le paure e moltiplica i rischi. È una droga che spinge oltre la soglia della realtà, un viaggio che comincia con l’euforia e finisce nell’abisso della dipendenza o della psicosi. L’Mdpv, con la sua seduzione da ‘magia nera’, è il simbolo di una generazione che cerca emozioni sempre più forti in un mondo che spesso ne offre poche. Contrastarla significa educare, informare, ascoltare. Significa raccontare che dietro quella polvere bianca non c’è amore, ma solo un inganno chimico che divora cervello e cuore.
L’espressione «chemsex» definisce l’uso intenzionale di droghe psicoattive prima o durante rapporti sessuali con l’obiettivo di amplificare o prolungare l’esperienza erotica. Un fenomeno che sta conoscendo una crescita progressiva. Come spiegano gli autori di uno studio italiano, il «chemsex è la combinazione dell’uso di sostanze illecite per facilitare, intensificare e prolungare l’esperienza sessuale». Ed è proprio in questo contesto che l’Mdpv — a molti nota proprio come ‘droga dell’amore’ — assume un rilievo particolare: non solo veicolo dello ‘sballo’, ma filo conduttore dell’incontro, condizione e contenuto dell’atto erotico.
Gli esperti segnalano che la ‘super coke’ provoca «una forte euforia, aumenta la voglia di parlare, migliora le prestazioni con estrema amplificazione delle sensazioni tattili e del piacere sessuale. Disinibizione sessuale con messa in atto di fantasie proibite o normalmente inaccessibili». In buona parte dei casi, la sostanza non resta un accessorio esterno, ma assume la valenza di precondizione dell’incontro. Le conseguenze sul piano della salute sono drammatiche. Il chemsex, in generale, è associato a un elevato rischio di infezioni sessualmente trasmesse, a disturbi psichici quali ansia, depressione o psicosi, e all’aggravarsi di dipendenze.
Per gli operatori del contrasto e della prevenzione questo scenario richiama l’attenzione su due ordini di compito. Primo: riconoscere che non si tratta solo di consumo occasionale, ma di un modello in cui la sostanza e la performance sessuale si fondono. Secondo: intervenire con servizi specifici di ‘harm reduction’ — cioè di riduzione del danno — coinvolgendo anche dimensioni sessuali, psicologiche e relazionali. Alla fine la domanda resta aperta: quando l’Mdpv viene assunta in vista di un’esperienza sessuale è ancora uso di sostanza ad hoc o è un rituale sessuale mediato dalla droga? Quel che è certo è che, in quella zona liminale, la sostanza stesso diventa parte integrante dell’incontro erotico. E questo rende il rischio ancora più elevato: non solo consumo di droga, ma dipendenza da un’esperienza che mescola desiderio, corpo e sostanza.
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