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AUTOGUIDOVIE: SOS PERSONALE

Bus: «Il nodo è la sicurezza»

Morabito (Filt Cgil): «Bene la campagna, ma servono tutela e stipendi più alti»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

28 Ottobre 2025 - 16:07

Bus: «Il nodo è la sicurezza»

CREMA - «Il problema della carenza estrema di personale c’è da un paio di anni, per tutte le aziende del trasporto pubblico su gomma, la vediamo anche per quanto riguarda i treni. Ben vengano campagne di reclutamento come quella di Autoguidovie, ma il punto è un altro. Perché sempre meno persone decidono di fare l’autista? Perché chi c’è se ne va?» Giacomo Morabito, segretario generale della Filt Cgil, ha anche le risposte ai suoi quesiti.

«Manca la sicurezza a bordo. Ogni giorno gli autisti devono preoccuparsi della loro incolumità, sono sempre più vittima di aggressioni. Evidente che questo lavoro diventi meno appetibile».

In questi giorni la holding ha promosso una campagna di reclutamento senza precedenti garantendo l’assunzione part time a tempo determinato a chi si iscrive al corso (pagato da Autoguidovie) per conseguire la patente D e l’abilitazione per diventare autista. Se si supera la formazione, scatta l’assunzione immediata a tempo indeterminato. Due giornate di colloqui già programmate in città il 6 e 13 novembre.

Da tempo i sindacati invocano massicci investimenti in sicurezza. «Stipendi più alti e maggiore tutela. Abbiamo chiesto più volte di poter sedere ai tavoli con l’agenzia di bacino Cremona-Mantova, nessuno ci ha mai convocati. Torneremo alla carica, in vista della prossima gara d’appalto del servizio di trasporto pubblico su gomma, per parlare di sicurezza e di salari».

Ormai a bordo di molti bus, specialmente quelli di ultima generazione, ci sono le telecamere. «Sono un deterrente, ma non bastano – conclude Morabito –: chi aggredisce il personale se ne frega».

Vanno adottati altri accorgimenti: «Utili delle pareti divisorie che separino il posto di guida dal resto del bus, tenendo al riparo l’autista. Fondamentale avere la vigilanza privata. L’anno scorso sui bus di Arriva c’era stata una sperimentazione a dicembre. Sono costi in più per le aziende, ma non sono nulla di fronte al fatto di non poter garantire un servizio pubblico, al quale si è obbligati per contratto, per la carenza di personale. Alla fine la questione è molto semplice e la priorità una sola. Un numero adeguato di autisti è imprescindibile per un trasporto pubblico efficiente. Il primo obiettivo dunque deve essere la loro tutela».

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