L'ANALISI
26 Ottobre 2025 - 05:05
CREMA - Ogni anno è sempre peggio. A una settimana dalla notte delle streghe e degli zombie — ormai una sorta di Capodanno anticipato almeno per la diffusione di botti e fuochi d’artificio — le esplosioni sino a tarda ora sono già cominciate. Petardi rumorosi e pericolosi che fanno sussultare chi dorme, costringono a notti insonni e aumentano la concentrazione di polveri sottili.
Halloween ormai porta con sé anche questa escalation, che certo c’entra poco con la tradizione di mascherarsi da personaggi dell’orrore importata negli ultimi decenni dai Paesi anglosassoni e diventata un must per le nuove generazioni. E con il crescendo dei fuochi d’artificio aumentano anche le proteste, in città, ma anche nei paesi del Cremasco. Non per nulla i sindaci puntano sulla ‘moral suasion’, da tempo il primo cittadino Fabio Bergamaschi si prodiga in annuali appelli, soprattutto nelle settimane di fine anno. Lo seguono molti sindaci del territorio. «Anche noi, come gli altri Comuni cerchiamo di percorrere questa strada – conferma Enzo Galbiati, primo cittadino di Spino –: non posso che rinnovare l’appello ai cittadini a rispettare queste disposizioni».
Oltre alle notti insonni per gli umani, non va dimenticato il benessere animale. Cani, gatti e gli altri animali domestici si spaventano. In caso di fuga poi possono rischiare non poco, restando vittime di incidenti stradali. In queste ore, le lamentele per il baccano e i rischi si diffondono anche via social, in città, ma anche a Rivolta d’Adda, come a Spino, Offanengo, Pandino e Ripalta Cremasca. Un evidente problema di convivenza. I botti — ovviamente si parla di quelli legali, dunque liberamente venduti in tabaccheria, cartolerie e altri negozi — non sono oggetto di ordinanze e divieti. Negli ultimi anni alcuni pronunciamenti del tribunale amministrativo che hanno accolto ricorsi di aziende produttrici, hanno di fatto tarpato le ali agli enti locali che li avevano messi al bando in maniera permanente oppure lo facevano con ordinanze ad hoc, generalmente in vigore nel periodo tra Natale e Capodanno.
Emblematico il caso proprio di Crema. Qui, già nel 2022, Bergamaschi, dopo essersi confrontato con i colleghi amministratori del Cremasco, aveva optato per non firmare più ordinanze temporanee di divieto, senza però rinunciare a chiedere ai cittadini di evitare l’uso dei petardi. Lo scorso decennio il Comune, sotto l’amministrazione Bonaldi, aveva emanato un regolamento del benessere animale che vietava in maniera permanente l’uso di petardi. Contro il provvedimento aveva presentato ricorso al Tar di Brescia un’azienda specializzata nella produzione e commercializzazione dei fuochi d’artificio. Il tribunale aveva dato ragione al privato, chiarendo che non può un’ordinanza ostacolare un’attività commerciale svolta in maniera legale. Risultato: il regolamento era stato modificato togliendo la parte del divieto permanente.
Nel frattempo la parte di popolazione contraria ai petardi sembra essere cresciuta, ma sono comunque molti coloro che reputano i fuochi d’artificio una tradizione secolare, da rispettare in certe occasioni. Certo, Halloween non sembra fra queste, al contrario del Capodanno o delle festività patronali. Si è inoltre diffusa l’abitudine di organizzare spettacoli pirotecnici più o meno improvvisati in occasione di compleanni, diciottesimi, matrimoni e via discorrendo. Se i petardi di libera vendita e dunque legali, non possono essere oggetto di divieto da parte degli enti locali, ben diverso è ovviamente il discorso se si ricorre a botti illegali. Oltre all’estrema pericolosità che l’uso di questi dispositivi comporta per l’incolumità delle persone, si può incorrere in denunce e in sanzioni pecuniarie molto pesanti. I controlli non mancano e, in questo periodo da ‘allarme rosso’, l’asticella della prevenzione è destinata ad alzarsi.
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