L'ANALISI
22 Ottobre 2025 - 05:20
(FotoLive/Massimo Marinoni)
BAGNOLO CREMASCO - C’è un indirizzo, nel cuore del quartiere industriale di Bagnolo, che oggi torna a pulsare. Via Leonardo da Vinci, civico 66. Per decenni, dietro quel cancello, si sono incrociate vite, turni di lavoro, amicizie, sguardi di orgoglio e di fatica. Oggi, lì dove sorgeva la storica fabbrica Baer della famiglia Erba-Marangoni, si inaugura un nuovo supermercato In’s. Ma la mattinata non è soltanto un taglio del nastro: è un incontro tra passato e presente, tra memoria e rinascita. Davanti all’ingresso, poco prima dell’apertura, sarà scoperta una targa che racconta tutto in poche righe: «In questo luogo risiedono la storia e i valori della nostra famiglia, qui rivivono i ricordi di chi l’ha vissuto, da qui passeranno gli amici e la storia sarà per sempre». Sotto, le firme incise di Giorgina Erba, Tiziana e Renato Marangoni. Tre nomi che, più di ogni discorso, legano il nuovo edificio a quella stagione in cui l’industria sapeva ancora essere anche casa.
La storia comincia nel marzo 1969, quando la famiglia Erba-Marangoni decide di spostare da Milano a Bagnolo l’attività già consolidata nella componentistica per biciclette. Erano anni di espansione, di fiducia e di incentivi destinati a chi sceglieva di investire in aree allora considerate periferiche, ma piene di potenzialità. Lì la fabbrica cresce rapidamente, diventando un punto fermo del tessuto produttivo cremasco. Non solo un’azienda, ma una comunità: un luogo dove si entrava ragazzi e si usciva padri di famiglia, dove le relazioni si costruivano attorno alle presse e ai macchinari. Negli anni Settanta e Ottanta la Baer raggiunge il suo massimo splendore: oltre 50 dipendenti, commesse in crescita, una reputazione solida e rispettata. Poi, come accade spesso, il mercato cambia, la globalizzazione inizia a mordere, arrivano decisioni difficili. E quella che era una fucina di idee e di metallo inizia piano a spegnersi. Quando la produzione si ferma, resta il silenzio. Il capannone: un involucro vuoto nel cuore della zona industriale. Passano gli anni e il tempo ne scalfisce ogni angolo, fino al colpo di grazia: luglio 2023, la grandinata che flagella il Cremasco distrugge i tetti e sbriciola ciò che resta della vecchia fabbrica. È allora che nasce un pensiero, semplice e potente, nella mente di Tiziana e Renato Marangoni, quest’ultimo anche direttore della Libera Associazione Artigiani: «Non possiamo cancellare questo luogo. Non possiamo lasciarlo morire». Da quel proposito nasce un progetto di riconversione che, pur cambiando funzione, non rinnega il passato. Lo spazio viene ripensato e trasformato in un moderno punto vendita, ma resta il desiderio di mantenere vivo lo spirito originario: lo stesso rispetto per il lavoro, la stessa idea di comunità.
E così oggi, al civico 66, si riaccendono le luci. Alle 8 la cerimonia d’inaugurazione, con la presenza annunciata di oltre venti ex dipendenti. Quindi, mezz’ora più tardi, le porte scorrevoli si apriranno, e i primi clienti entreranno a curiosare tra gli scaffali del nuovo In’s, inconsapevoli forse di calpestare il pavimento dove un tempo risuonava il ritmo dei macchinari. Ma a ricordare tutto ci sarà quella targa, lì all’ingresso, come un ponte tra le generazioni.
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