L'ANALISI
18 Ottobre 2025 - 05:20
CREMA - Il modello cremasco, per arrivare all’istituzione delle Comunità di pianura. Ieri l’altro, la commissione regionale autonomie si è riunita per stilare il calendario dei vari passaggi, che dovranno portare al riconoscimento, con l’approvazione definitiva in consiglio regionale.
Gianni Rossoni, presidente dell’Area omogenea cremasca, esprime soddisfazione per questo traguardo: «C’è un lavoro che va avanti; vuol dire che anche la Regione è interessata a sperimentare dei modelli organizzativi di gestione associata delle funzioni. Sia noi come Area omogenea, sia Anci, siamo riusciti a convincere della bontà di poter sperimentare questo modello, che va incontro alla necessità di offrire servizi di qualità a prescindere da dove uno risieda».

Rossoni elenca i vantaggi che ne deriveranno: «La Regione riconosce un’istituzione, come oggi fa per le Comunità di montagna. Sul Distretto del cibo non abbiamo potuto intestarci perché come Area non abbiamo personalità giuridica. Con la Comunità, invece, saremmo a tutti gli effetti un interlocutore e potremmo avere qualche subdelega regionale. Adesso, però, dobbiamo impegnarci a far diventare questa sperimentazione un modello che funzioni».
L’interesse per quanto avviene nel Cremasco si sta diffondendo: «Mi ha chiamato l’università di Pavia, che è interessata a capire questa proposta. Pavia ha la Comunità di montagna riconosciuta e aggiungerebbe quella di pianura. Non stiamo facendo un percorso per metterci delle mostrine, ma per avere un modello organizzato di gestione associata per i Comuni. Il nostro vantaggio è avere un centro di competenza importante, che è Consorzio.It».

Rossoni conclude spiegando cosa sarà la Comunità di pianura: «Un’istituzione che tende a essere protagonista dello sviluppo del proprio territorio dal punto di vista strutturale, della formazione e della digitalizzazione, un modello organizzativo e un luogo dove decidere insieme lo sviluppo socio-economico e infrastrutturale, ma anche il tema del sociale e della sanità di prossimità». Una spinta al riconoscimento viene anche dai due consiglieri regionali cremaschi, Matteo Piloni e Riccardo Vitari.
«È stato fatto un passaggio in commissione autonomie — afferma Piloni (Pd) — dove abbiamo fissato il calendario. Il 6 novembre ci sarà un’audizione di Area omogenea, Anci, Unione province lombarde e Comitato autonomie locali. Ai commissari verrà illustrata l’esperienza cremasca. L’obiettivo è votare la risoluzione il 4 dicembre, che andrà poi a gennaio in consiglio regionale per impegnare la giunta a lavorare a un provvedimento legislativo che possa individuare le Comunità di pianura con un riconoscimento legislativo sulla scorta di quelle montane. L’Area omogenea sarà un modello per la Regione, ma potrebbe esserlo anche a livello nazionale. Il tema della gestione dei servizi in un’ottica territoriale è una necessità per i Comuni piccoli, che hanno poco personale».

Dal canto suo, Virati (Lega) ha aggiunto: «La commissione autonomie e l’assessore Massimo Sertori hanno preso a cuore il modello dell’Area omogenea e la richiesta di riconoscimento come Comunità di pianura e stanno spingendo con audizioni per far conoscere il grande lavoro che tende ad aiutare i Comuni e gestire i servizi. Possiamo dire che il Cremasco fa scuola in Lombardia».
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