L'ANALISI
30 Settembre 2025 - 05:10
CREMA - Chiedono spazi in autogestione, un ascolto reale da parte delle istituzioni, di essere coinvolti prima che un progetto prenda vita e non a cose fatte. Vogliono un trasporto pubblico locale più efficace, occasioni culturali alternative alle proposte pop-commerciali, meno burocrazia, risposte concrete contro discriminazioni e vandalismi. Soprattutto, desiderano poter contribuire attivamente alla definizione delle politiche che li riguardano.
Le consulte giovani di Crema, Pandino e Castelleone hanno così rilanciato alcune domande decisive: cosa significa oggi essere giovani? E cosa accadrebbe se anche loro avessero una propria Area omogenea, uno spazio riconosciuto di confronto e di proposta?
Un weekend lungo, iniziato giovedì, che per qualcuno ha avuto il sapore del riscatto. Quello dei giovani, della Generazione Z, che hanno voluto proporre la propria idea di città e di spazi pubblici. Tra Pandino, Crema e Castelleone, l’intero Cremasco è stato chiamato in causa e il territorio ha accolto favorevolmente quel po’ di presunzione che la popolazione giovanile si è procurata proponendo un nuovo disegno delle dinamiche sociali locali. Tra le ‘giovani zanzare’ di Crem’amare e i talenti artistici coinvolti da Generazione Up, passando per le consulte giovani e gruppi informali, gli spazi pubblici sono diventati palcoscenici generazionali. ‘Prove tecniche per un futuro non troppo lontano’, azzarderebbe qualcuno.
Tre consulte giovani, quelle di Crema, Pandino e Castelleone, insieme ai rispettivi assessori di riferimento, le prime a lanciare la sfida: cosa succederebbe se anche ai giovani venisse riconosciuto uno spazio per contribuire fattivamente alla definizione delle politiche pubbliche che li riguardano? Domanda non nata per caso, ma frutto di un dialogo avviato nei mesi passati e che è stato aperto al pubblico con la tavola rotonda moderata da Paolo Gualandris, direttore del quotidiano ‘La Provincia di Cremona e Crema’. «La necessità di ampliare questo dialogo tra ragazzi è qui davanti a noi. La possibilità di mettere idee ed energie in campo, poter far dire ai ragazzi ‘questa è la mia città, questo è il mio luogo, questa cosa mi appartiene e ne faccio parte’. Quando c’è senso di appartenenza, si superano anche le difficoltà». È dal commento di Riccardo Milanesi, assessore alle politiche giovanili di Castelleone, che emerge la direzione che la comunità giovanile cremasca vuole intraprendere. Se «Pandino sta diventando periferia di Milano» come ha sottolineato Alessandro Peroni (presidente della consulta giovani di Pandino), Castelleone è ancora fresco di un gruppo giovanile ‘strutturato e burocratico’ come una consulta e Crema è la città crocevia, che intercetta i bisogni delle migliaia di studenti cremaschi che qui studiano. Anche gli assessori alle politiche giovanili concordano sulla necessità di ripensare velocemente le politiche pubbliche rivolte ai giovani, con appositi capitoli di spesa a bilancio e programmi ad hoc anziché congiunti con altre fasce d’età.
Come tradurre richieste, pretese ed esigenze che questi giovani avanzano in occasioni per creare un territorio a misura di giovani? Si sono candidate le consulte locali, proponendosi prima come ponte tra coetanei e amministratori, poi come capofila e punti di riferimento per portare il discorso su un piano più diffuso sul territorio. «C’è bisogno di parlare con altre realtà, intercettare sensibilità e modi di vivere la città differenti per creare un coro di voci che unisca esigenze e bisogni» concordano i tre presidenti. «Schema club-nazionale» come lo ha definito l’assessore Giorgio Cardile. Primo passo sarà trovare la formula vincente per portare avanti il dialogo con le amministrazioni locali. E ampliare il modello coinvolgendo associazioni culturali, gruppi informali, realtà sportive pronte a condividere esperienze e riflessioni.
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