L'ANALISI
23 Settembre 2025 - 17:36
CREMA - «Mio fratello, purtroppo, non è venuto per paura». Dovrà vincerla, il fratello ventenne: per l’accusa, sarebbe stato vittima di un brutale pestaggio e di un tentativo di sequestro di persona, il 22 gennaio di un anno fa, lunedì. Movente: 1.800 euro di debito di droga non pagato.
«Accompagnamento coattivo», ha disposto il presidente del collegio. Il 20enne si dovrà presentare in aula il 13 gennaio prossimo. A gonfiarlo di botte sarebbero stati Mattia, Mouad, Anoir e Hilton, oggi in aula con i loro difensori: l’avvocato Paolo Rossi per Mouad, l’avvocato Doriano Aiolfi per gli altri tre.
«Ai tempi delle superiori li vedevo un po’ in giro. Li conosco. Siamo tutti della stessa città, frequentiamo gli stessi locali», ha detto la sorella del ventenne pestato. In aula ha indicato Mattia, Mouad, Anoir. Hilton non lo ha mai visto. Il capo di imputazione racconta di Mattia che, un anno fa, ha contattato i suoi amici su Instagram, si sarebbe accordato sulla spedizione punitiva. Avrebbe concordato di «prelevare con la forza» e sequestrare il 20enne.
Racconta di loro quattro, «insieme ad altri rimasti ignoti», che si sono recati al parco di piazzale delle Rimembranze: rintracciato il giovane, i quattro avrebbero iniziato con le richieste estorsive. Il capo di imputazione racconta che la vittima si è presa subito un pugno in faccia, ancora pugni e calci fino a cadere a terra. E una volta a terra, si sarebbe preso una scarica di calci alla testa e allo stomaco. Pestaggio con minaccia: «Ti ammazziamo a te e a tutta la tua famiglia se non ci restituisci quello che devi». L’accusa racconta che i quattro con la forza avrebbero caricato il ventenne sulla loro auto, lo avrebbero colpito ancora e portato, minacciato. «Se non ci dai i soldi, entriamo in casa tua e spacchiamo tutto». I quattro lo hanno portato davanti a casa, intimandogli di salire a prendere, «dietro minaccia di ulteriori ritorsioni». I quattro sono rimasti sotto, lo hanno aspettato nel giardino del condominio.
La sorella del 20enne è tornata a quel 22 gennaio: «Io ero a casa con mia madre e con il mio fratello più piccolo. È entrato mio fratello, era letteralmente pieno di lividi. Era gonfio. Era sotto shock, non parlava. Ha detto: 'È successo un casino, ci sono giù delle persone'. Io e mia madre ci siamo affacciate. Sul momento ho riconosciuto Mattia, Anoir e Mouad. Mia madre ha chiamato la polizia». Sentita all’epoca da chi ha indagato, la sorella aveva fatto verbalizzare che i quattro sotto casa dicevano: «Noi non ce ne andiamo fino a che non abbiamo quello che vogliamo, siamo anche disposti a salire, potete anche chiamare gli sbirri». «Non ricordo se sono scesa, escludo una lunga conversazione con loro. Mia madre ha portato al Pronto soccorso mio fratello». Il referto: «Contusioni in sede multiple, contusione cranio-faciale, focale edema ed ecchimosi zigomatica bilaterale con focali abrasioni regione frontale e zigomatica, distorsione cervicale, contusione emitorace destro 3° medio lat e post (focale echimosi), contusione rachide a destra, contusione gamba, TT piede a sinistra: 10 giorni di malattia».
Quel giorno, i quattro sono stati arrestati. Oggi sono liberi. Si difenderanno al processo. Negano la rapina e il sequestro. Tutt’al più, quel giorno, ci sarebbe stata una colluttazione.
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