L'ANALISI
17 Settembre 2025 - 16:39
CREMA - Cinquanta minuti per attraversare la città da est a ovest, ma anche da nord a sud e viceversa. Ha avuto un impatto non da poco l’avvio dell’anno scolastico sulle condizioni del traffico. In questi primi giorni di lezione fioccano le proteste per le code lungo le principali direttrici, che sono poi quelle dove insistono gli istituti superiori: le vie Milano, Libero Comune e Visconti, ma anche le vie Brescia, Cadorna e il viale di Santa Maria. Senza dimenticare via Stazione e via Mercato Un incubo quotidiano, che si ripete almeno due volte al giorno, la mattina alle 8 e alle 13 circa; se non tre, contando anche il pomeriggio intorno alle 16. Ciò nonostante il Comune abbia prestato la massima attenzione a chiudere i cantieri di rifacimento dell’asfalto prima dell’avvio dell’anno scolastico, ad eccezione dell’intervento di ieri al sottopasso veicolare di via Gaeta.
Negli anni passati, invece, specialmente nel 2023, l’inizio delle scuole aveva visto ancora lavori in corso, con conseguenze pesanti. Ogni giorno c’è una massa di 6.000 studenti che si muove tra gli istituti cittadini, dalle superiori agli asili. Ciò significa migliaia di auto. Anche ieri alle 8 il caos in via Stazione, snodo nevralgico del traffico cittadino, asse di collegamento fondamentale per chi deve raggiungere i licei Racchetti-da Vinci, ma anche la primaria di Borgo San Pietro, la materna Iside Franceschini e le medie Vailati. Non è andata meglio per chi proveniva da Madignano ed era diretto in via Libero Comune verso gli svincoli per l’ospedale e via Piacenza, con code chilometriche. Auto bloccate già prima del rondò di Ca’ delle Mosche. Anche qui ha pesato l’impatto di centinaia di veicoli diretti verso gli istituti superiori Sraffa e Munari (via Piacenza) o poco più oltre il Pacioli (via Dogali) e il Galilei (via Matilde di Canossa).
Una situazione certo non nuova, ma che in questi primi giorni di scuola è peggio che nel resto dell’anno per un fattore principale: gli orari delle lezioni in diverse scuole superiori non sono ancora definitivi. Ad esempio al Galilei, la più popolosa, dove mancano ancora i pomeriggi. Ciò ha due conseguenze. Meno studenti provenienti da fuori che viaggiano sui bus pubblici: con i genitori che li accompagnano in auto aumenta ovviamente la pressione sulla città e soprattutto uscite di massa dagli istituti superiori. E quando 3-4mila studenti si riversano in strada negli stessi minuti non c’è soluzione viabilistica che tenga. Il caos è inevitabile. I possibili rimedi sono a lungo termine. Ad esempio organizzare un hub dei pullman per gli studenti delle vicine superiori in via Macello, sfruttando il grande parcheggio davanti all’ex mercato ortofrutticolo. La zona è già oggi adibita a fermata dei pullman. L’incarico è stato dato allo studio Percudani da inserire eventualmente nel nuovo Pgt.
Collegato al nuovo Pgt ci sarà infatti un documento relativo alla mobilità, che sarà parte integrante. Poi l’ipotesi di un trasloco dell’istituto Galilei nell’ex università. Un importante peso in meno su via Libero Comune: circa 2.000 studenti, in previsione anche dell’arrivo appena poco più a sud della nuova sede del liceo Racchetti-da Vinci, il progetto portato avanti da anni dalla Provincia. Intanto, per oggi, dall’assessore alla Mobilità Franco Bordo arriva l’appello ad aderire alla giornata a scuola e al lavoro in bici, nell’ambito della settimana della mobilità. «La ruota che corre sull’asfalto, il piede a terra al semaforo, i rumori più sottili ci permettono di avere quel contatto fisico, che ci permette di amare la città nonostante i suoi problemi — sottolinea Bordo —: l’utilizzo della bicicletta può aiutare a ritrovare il nostro rapporto con gli altri, le strade, gli animali e gli alberi. Dentro una scatola di ferro è più difficile. La giornata Bike to work-school è aperta a tutti: può diventare un’abitudine, un modo di essere, contribuendo a una città più vivibile».
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