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CREMA. OMBRIANO

L’insetto-killer attacca il parco: è allarme

Alberi rinsecchiti nell’area verde di via Pandino, agronomo del Comune al lavoro

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

09 Settembre 2025 - 05:20

L’insetto-killer attacca il parco: è allarme

CREMA - Sono devastanti gli effetti della popillia japonica, lo scarabeo giapponese che durante l’estate ha fatto strage di foglie e frutti in tutto il Cremasco.

Le conseguenze di questa invasione non hanno risparmiato nemmeno il parco della Memoria e della Musica di via Pandino, lo spazio verde di Ombriano voluto dal Comune quattro anni fa, anche per ricordare le vittime del Covid-19.

Aperto poi un anno dopo, aveva già conosciuto alcuni problemi di moria di alberi nel 2023, ma gli stessi erano poi stati sostituiti.

Il problema, stavolta, si concentra soprattutto nel frutteto, che si trova nella parte retrostante dell’area verde, a fianco degli orti sociali. Una distesa di alberelli rinsecchiti e con le fogli già ingiallite. Sembra di essere a novembre: la vegetazione è rada e debole, proprio come fosse pieno autunno.

In realtà la colpa è della popillia japonica, come conferma l’assessore all’Ambiente Franco Bordo. «Alcune delle piante da frutto sono state oggetto di attacco del parassita. In questa ultima fase dell’estate la presenza dell’insetto è diminuita, ma a luglio era importante. Fortunatamente, potrebbero riprendersi, ci vorrà ovviamente del tempo. Tranne casi estremi, infatti, la loro condizioni di difficoltà è temporanea, non ne compromette dunque la sopravvivenza».

L’agronomo del Comune le sta tenendo monitorate. Bisognerà aspettare la prossima primavera, sperando poi che con l’estate 2026 la popillia non ritorni a far danni.

Essendo un insetto alloctono, non ha antagonisti naturali che ne possano rallentare la proliferazione: in pochi giorni divora interi frutteti e arbusti che producono bacche.

Si ciba soprattutto delle foglie, come hanno sperimentato migliaia di cremaschi nel corso dell’estate. Può avere effetti dannosi anche sulle coltivazioni, in particolare le viti.

In Lombardia e Piemonte ha già causato danni in diverse zone negli ultimi anni e poi si è diffuso nelle altre regioni del Nord: dall’Emilia Romagna, sino al Trentino.

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