L'ANALISI
08 Settembre 2025 - 05:25
Nel riquadro l'assessore Franco Bordo
CREMA - Migliora e non di poco la qualità dell’aria cremasca. Lo dicono i dati dell’Agenzia regionale per l’ambiente, che fanno riferimento agli ultimi due decenni. In particolare, il 2025 potrebbe essere quello con meno smog nelle storia delle rilevazioni.
Mancano ancora 100 giorni a San Silvestro, compresi i mesi tardo autunnali, che storicamente sono caratterizzati dall’accumulo delle polveri sottili; ma il dato degli sforamenti autorizza all’ottimismo. Sino ad ora sono stati solo 22 i giorni in cui il livello medio delle Pm10 ha superato la soglia di attenzione fissata a 50 microgrammi per metro cubo d’aria. L’anno scorso il totale fu di 56 giorni.
Dovrebbe esserci un autunno terribile dal punto di vista della qualità dell’aria per superare questo dato. Seppur con alcune oscillazioni annuali, il miglioramento nell’ultimo ventennio è stato comunque costante. Nel 2005, i giorni di sforamento erano stati 146. La città era avvolta dallo smog per gran parte dell’autunno e dell’inverno (nella bella stagione le Pm 10 non superano quasi mai la soglia di attenzione). Dieci anni dopo si era scesi a quota 92. Negli ultimi quattro, il numero degli sforamenti è costantemente rimasto sotto i 70, con il miglior risultato in assoluto nel 2023, pari a 46 superamenti della soglia. Un dato che potrebbe anche essere battuto in questo 2025. E chissà che non si avvicini il parametro previsto dalla legislazione italiana ed europea a tutela della salute pubblica: ovvero non superare i 35 giorni di sforamento giornalieri nel corso dei 12 mesi.
Tra i numerosi i fattori che hanno contribuito al miglioramento della qualità dell’aria, ha influito la scelta del Comune, che verrà replicata anche quest’anno. Per la prima volta, nell’autunno inverno 2024-2025, è stata fermata la circolazione dei veicoli più inquinanti, in ogni occasione in cui le polveri sottili hanno superato per due giorni consecutivi la soglia di attenzione.
«I numeri sono confortanti — commenta l’assessore all’Ambiente Franco Bordo —: autorizzano un certo ottimismo, anche se l’impegno in questa direzione, che non dipende ovviamente solo dalle scelte di Crema, ma è un lavoro a livello regionale e nazionale, deve continuare. La differenza la fanno innanzitutto gli abbattimenti delle emissioni inquinanti che si sono registrati nel corso dei due decenni, a livello di impianti di riscaldamento, fumi industriali ed emissioni di gas di scarico dei veicoli. Migliorata di molto anche l’attenzione dei cittadini ai consumi energetici, poi l’ampliamento delle zone pedonali, delle piste ciclabili e di conseguenza della mobilità sostenibile e il fatto di puntare sempre più sull’incremento delle aree verdi e delle alberature, come stiamo facendo da anni anche nella nostra città. Può aver aiutato il blocco dei veicoli inquinanti che abbiamo attuato nell’ultimo inverno, quando la scadente qualità dell’aria lo richiedeva. Confermiamo anche per quest’anno l’adesione volontaria a questo protocollo regionale».
In campo anche altre iniziative, per tenere sotto controllo lo smog.
«Stiamo studiando degli incentivi per la mobilità sostenibile, attraverso un accordo con gli operatori del trasporto pubblico, in particolare con Autoguidovie — conclude Bordo —: l’obiettivo è offrire sconti su tagliandi e abbonamenti ai residenti di Crema, ma anche del Cremasco, per invogliarli a viaggiare sui bus invece che prendere l’auto. In questo modo si diminuirebbe anche la pressione del traffico che ogni giorno si dirige in città».
Il limite dei 35 giorni di sforamento annuale del livello delle PM10 è indicato da Stato e UE come soglia a tutela della salute pubblica. «A livello regionale — sottolineano dall’Arpa — il 2024 è stato caratterizzato da episodi di accumulo di inquinanti in atmosfera piuttosto prolungati nel tempo, che hanno causato un aumento del numero di giorni di superamento del valore limite del PM10 rispetto all’anno precedente.
In dettaglio, per quanto riguarda i capoluoghi provinciali, nel 2024, scegliendo di volta in volta la stazione peggiore in ciascuna città, si sono verificati:
Sono quattro, pertanto, i capoluoghi provinciali in cui è stato rispettato il limite previsto dalla normativa italiana ed europea di non più di 35 giorni oltre soglia nel 2024, due in meno rispetto al 2023, delineando però una situazione che complessivamente risulta in linea con quanto successo negli anni immediatamente precedenti il 2023 e conferma un trend di riduzione sul lungo periodo».
Storicamente la distribuzione del numero di giorni di superamento del valore limite giornaliero nei diversi mesi dell’anno mostra come la maggior parte di essi si verifichi nei mesi di gennaio, febbraio, novembre e dicembre sia in relazione alla contestuale presenza di tutte o gran parte delle sorgenti più importanti e ad una meteorologia più sfavorevole alla dispersione.
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