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Tracciati rurali contro il salasso delle ciclabili

La proposta di Marani: «I percorsi di campagna già esistenti sono l’alternativa salva-risorse»

Dario Dolci

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29 Agosto 2025 - 05:15

Tracciati rurali contro il salasso delle ciclabili

SALVIROLA - «Le nuove piste ciclabili costano troppo, utilizziamo quelle già esistenti nelle nostre campagne». A lanciare la proposta è il sindaco Nicola Marani. «Siamo consapevoli che per migliorare la mobilità di un territorio sia importante anche investire sulle ciclabili, ma senza risorse e ai costi attuali, per il nostro Comune è impensabile».

Marani si riferisce alla ciclabile Romanengo–Salvirola–Ticengo. «I costi per la realizzazioni delle ciclabili, per i piccoli Comuni, sono inavvicinabili. L’anno scorso la giunta ha aderito al progetto di Consorzio.it, che si è proposto per avviare la progettazione preliminare del tratto mancante tra Ticengo e Romanengo. Stiamo parlando di un circa 1,7 chilometri, di cui 1,2 di competenza di Romanengo e 545 metri di Salvirola, per un costo di 1,74 milioni di euro, di cui 670mila a carico del nostro Comune. Risorse che non possiamo mettere a disposizione, avendo altre priorità».

Marani si mostra molto realista: «Ringraziamo Consorzio.it per aver sostenuto i costi iniziali del progetto preliminare, ma senza finanziamenti regionali o nazionali a fondo perduto è impossibile per un Comune come il nostro spendere queste cifre per mezzo chilometro di ciclabile: stiamo parlando di 1.200 euro al metro lineare».

Il Comune di Ticengo ha appena ottenuto un finanziamento da Regione Lombardia di 200mila euro per dare avvio al primo tratto, dal ponte sul Naviglio fino alla strada per via Albera. «Sono grato a Ticengo – afferma Marani — che spenderà risorse proprie sul nostro territorio per dare una continuità al tratto ciclabile, ma per completare questo segmento e tanti altri interrotti sul territorio servono milioni e milioni di euro».

Il sindaco lancia una proposta: «Penso che le ciclabili non possano essere lasciate alla competenza dei singoli Comuni, se si vuole evitare che ci siano dei tratti incompleti. Questo per ragioni economiche. Inoltre, anziché deturpare ulteriori terreni agricoli per il passaggio diretto dei tracciati, si potrebbero riscoprire i tanti percorsi che esistono attraverso le nostre campagne. Avremmo modo di fare conoscere anche il nostro territorio dal punto di vista naturalistico, basti pensare al tratto del canale Vacchelli dove esiste già una ciclabile riconosciuta a livello provinciale, che però è abbandonata a se stessa. Si tratta di un’asta che va da Genivolta a Spino d’Adda, passando per Crema e che, se rivalutata e ben riqualificata, potrebbe diventare veramente un punto di interesse oltre che un servizio per chi la attraversa».

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