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CREMA. IL FRONTE DELLA SCUOLA

Allerta bullismo in classe: un caso ogni sette giorni

I numeri e l’analisi di Stanga, direttrice del consultorio che coordina gli sportelli d’ascolto. «La prevenzione a volte non basta: facciamo fatica a gestire le situazioni più complesse»

Dario Dolci

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redazione@laprovinciacr.it

28 Agosto 2025 - 05:15

Allerta bullismo in classe: un caso ogni sette giorni

CREMA - Tredici casi presi in carico da quando è stato avviato il progetto «Scuola in ascolto» negli istituti del territorio: in pratica uno la settimana, nell’arco di una manciata di mesi. Di questi, sei casi segnalati da singoli insegnanti e sette dal consiglio di classe o team di lavoro. Riguardano situazioni complesse: difficoltà di gestione di alunni o della classe e comportamenti a rischio.

A snocciolare i dati e a spiegare quanto è stato fatto, con la preparazione avviata a gennaio e quindi l’operatività nella fase finale dell’annata scolastica e destinato a proseguire alla ripresa delle lezioni, è Veruska Stanga, direttrice del Consultorio diocesano Insieme, che coordina il progetto regionale nell’Ambito 14 Cremasco.

«Hanno aderito 16 istituti, tra comprensivi e superiori. Quando siamo partiti, la prima cosa è stata il coordinamento tra gli operatori degli Sportelli ascolto di primo livello di ciascuna scuola. Abbiamo creato uno spazio di confronto per rendere omogenee le modalità in ogni istituto. Ci siamo rapportati con Asst e Ats per un programma di prevenzione, fatto una mappatura del lavoro degli sportelli».

In sostanza, ogni scuola ha all’interno una o più psicologhe che intervengono sui casi di disagio. Se l’intervento non è efficace, ecco che la palla passa al team di «Scuola in ascolto».

«Per i casi più complessi — aggiunge — interviene lo sportello di secondo livello, composto da tre psicologhe e da una pedagogista. I problemi da affrontare riguardano principalmente il bullismo, ma anche disturbi alimentari, il ritiro sociale e le dipendenze. Ora affronteremo anche la droga del palloncino. Il primo obiettivo è aiutare i docenti a leggere le situazioni e spiegare loro come gestirle. Ad esempio, nella fase iniziale, è stato spiegato come fare le segnalazioni al tribunale, alla prefettura o alla procura e come muoversi a livello operativo».

Ma non solo: «Abbiamo condiviso i dati tra le scuole — precisa la direttrice del consultorio — e creato uno spazio di consulenza per gli operatori, in primo luogo gli insegnanti. Abbiamo incontrato i referenti delle singole scuole per bullismo e salute, per capire quali fossero le esigenze specifiche».

A giorni inizierà il nuovo anno scolastico e i prossimi passi sono già stati fissati: «Da settembre, condivideremo gli strumenti di lavoro per le situazioni più complesse che si verificano nelle classi e per dire a ciascuno come muoversi. Analizzeremo i dati territoriali raccolti e li confronteremo con quelli nazionali. Incontreremo anche i tre nuovi dirigenti e i nuovi referenti di ciascun istituto, se dovessero cambiare. Avere metodi e strategie comuni è fondamentale».

In aggiunta, proseguiranno gli interventi di prevenzione. «Ne abbiamo già svolti sei nelle primarie — afferma Stanga — uno in una media e un altro in un istituto superiore. Ora proseguiremo. I primi mesi sono serviti per mettere a punto la fase preparatoria. Da settembre, siamo pronti ad affrontare più casi. Le scuole stanno facendo fatica a gestire certe situazioni: è un dato di fatto».

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