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Comunità di pianura: patto per aver voce in Regione

Coro di sì alla festa del Pd per il nuovo volto dell’Area omogenea: «Modello da replicare»

Dario Dolci

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24 Agosto 2025 - 17:19

Comunità di pianura: patto per aver voce in Regione

CREMA - L’hanno chiamato il patto di Ombrianello. Un accordo stretto nell’ambito della Festa dell’Unità, che ha trovato concordi diverse parti politiche, anche di schieramenti opposti. E che prevede la costituzione delle Comunità di pianura in Lombardia. In questo nuovo soggetto istituzionale ambisce trasformarsi l’Area omogenea cremasca, prima esperienza di aggregazione spontanea di Comuni. La Regione e l’Anci l’hanno proposta come un esempio, insieme al suo braccio operativo, la società partecipata Consorzio.It, nel riordino territoriale per la gestione associata dei servizi: un modello da seguire e da replicare.

Ma da rafforzare, dandole autonomia organizzativa e soprattutto finanziaria e la possibilità di poter accedere a bandi e di relazionarsi con tutti i livelli dell’amministrazione pubblica. Di qui la necessità di istituire le Comunità di pianura, sulla scorta delle 35 di montagna che già esistono e che godono di un finanziamento della Regione di 10 milioni di euro l’anno. Lo ha sostenuto con forza Giovanni Malanchini, presidente della commissione regionale per le autonomie locali, che l’altra sera ha trovato il pieno appoggio di Matteo Piloni, consigliere regionale del Pd.

La proposta di costituire le Comunità di pianura era già stata accolta, in un convegno tenuto nel febbraio dello scorso anno al teatro San Domenico, da Massimo Sertori, assessore regionale agli enti locali, montagna e piccoli Comuni. L’iter fino a questo momento non è stato però semplice e probabilmente non sarà neppure rapido, ma la strada è tracciata. Malanchini ha sottolineato l’importanza dell’identità dei territori e di avere servizi associati per sostenere le piccole realtà. È stato questo il tema forte del dibattito che ha avuto come argomento ‘Area omogenea: un territorio più unito per una Provincia più forte’.

A parlare di coesione, sviluppo e futuro del territorio sono intervenuti, oltre a Malanchini, il vicesindaco cittadino Cinzia Fontana, Bruno Garatti, amministratore delegato di Consorzio.It, il presidente dell’Area omogenea cremasca Gianni Rossoni e Luciano Toscani, vice presidente dell’amministrazione provinciale. Ha moderato il dibattito Dario Dolci, giornalista del quotidiano La Provincia di Cremona e Crema. Rossoni ha tracciato la genesi dell’Area omogenea, citando precedenti esperienze e spiegando perché sia necessario che i Comuni, soprattutto quelli di piccole dimensioni, si uniscano.

Tutti i relatori hanno rimarcato la carenza di personale e quindi di competenze dei piccoli enti pubblici e come i tentativi di fusioni e di unioni siano falliti. Da qui la necessità di avere servizi associati, per poter andare incontro alle esigenze dei cittadini, per dare a ogni Comune pari dignità, come ha affermato Fontana. E di servizi ha parlato Garatti, elencando quelli che Consorzio.It sta già erogando (Sue, Suap, istituzione delle Comunità energetiche, digitalizzazione della pubblica amministrazione, rete ciclabile del territorio), ai quali presto se ne aggiungeranno altri.

Toscani ha parlato dell’esperienza dell’Area omogenea cremasca come di un modello da seguire e da replicare nel Cremonese e nel Casalasco, sulla scorta della delibera dello scorso 25 giugno del consiglio provinciale. Il climax della serata nello spazio dibattiti di Ombrianello è stato raggiunto nel finale, quando Malanchini ha pronunciato la parola magica di Comunità di pianura, come sbocco naturale e necessario dell’esperienza di Area omogenea. La piena condivisione di Piloni e il sorriso di Gianni Rossoni hanno fatto capire che, a volte, la politica riesce anche a mettere tutti d’accordo.

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