L'ANALISI
23 Agosto 2025 - 05:25
CREMA - Per far fronte alla crescente emergenza relativa ai minori stranieri non accompagnati, il cui afflusso è in costante aumento nel Cremasco, nasce il progetto Penelope, approvato dalla giunta. Si tratta di un appartamento gestito dalla coop sociale Arci Porto Sicuro, che vanta già esperienze nell’accoglienza degli stranieri under 18. Ormai è in fase di lancio. Sarà una sperimentazione in grado di ospitare sino a sette ragazzini, seguiti ovviamente da tre educatori e dal coordinatore del progetto, con i costi del loro mantenimento a carico degli enti locali.
La retta ordinaria che un Comune deve versare per un immigrato minorenne ammonta a 110 euro al giorno, a cui va aggiunta l’Iva. L’appartamento è situato in un edificio davanti alla sede di Arci Porto Sicuro, ufficio che si trova nella laterale di viale Repubblica. La collocazione permette un comodo collegamento. Arci Porto Sicuro si occupa già di una simile struttura alla tenuta ‘Terre e Libertà’ di via Fornace a Spino d’Adda, di proprietà del Comune spinese, che l’aveva ottenuta dallo Stato, dopo la confisca ai precedenti proprietari per evasione fiscale.
Proprio sull’emergenza minori non accompagnati, i recenti dati certificano l’aumento dei costi a carico degli enti locali, a cominciare proprio dal Comune di Crema. Nel 2019 la spesa per garantire accoglienza, accompagnamento e assistenza ai minori stranieri non accompagnati (Msna) era di 68mila euro. Quattro anni dopo era salita a 357mila euro. Passati altri 24 mesi, ha raggiunto gli 800mila euro, oltre dieci volte quanto il Comune garantiva sei anni fa. Una vera e propria emergenza, che richiede enormi sforzi economici. Ciò è dovuto principalmente al maggior numero di ragazzini che vengono seguiti: quest’anno sono 29, nel 2022 erano 11. Ma bisogna fare i conti anche con l’incremento dei costi di gestione del fenomeno, a partire da quelli legati alle comunità protette. I fondi vengono poi rimborsati dal governo, ma ci sono pesanti ritardi che mettono in difficoltà il bilancio comunale e alcune recenti novità hanno aumentato le incertezze in merito alle disponibilità economiche.
«Spendiamo 800mila euro per accoglierli, una cifra importante e non sapere se e quando ci verrà rimborsata dal governo è una situazione inattesa. Mette in crisi la tenuta complessiva dei bilanci. E quindi ci mette nella possibile condizione di dover sottrarre risorse all’erogazione di altri servizi», aveva evidenziato a luglio Teresa Caso, presidente della commissione Politiche sociali e consigliera del gruppo civico ‘Crema Aperta’. «Garantire l’accoglienza è un obbligo per i Comuni, ma lo è altrettanto il rimborso di una importante parte della spesa da parte del governo — aveva aggiunto —: i nostri Servizi sociali devono provvedere a trovare la struttura, l’assistenza educativa e spesso anche quella psicologica, dato che molti di questi ragazzi sono segnati da esperienze traumatiche. Hanno bisogno di percorsi personalizzati, utili a prevenire situazioni di disagio».
L’assessore al Welfare Anastasie Musumary aveva ammesso: «Si tratta una delle emergenze sociali più complesse da gestire a livello locale. Fino a poco tempo fa, le spese per il mantenimento dei minori erano in parte coperte da fondi ministeriali certi, almeno fino al compimento del diciottesimo anno di età. Tuttavia, una recente circolare del ministero dell’Interno, ha introdotto un elemento di forte incertezza: i contributi verranno assegnati ‘fino ad esaurimento delle risorse disponibili’, senza più garantire coperture stabili. Questo significa che i Comuni dovranno affrontare da soli il carico finanziario, col rischio di vedere aumentare la pressione sui bilanci».
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