L'ANALISI
20 Agosto 2025 - 19:48
CREMA - Si è tenuta oggi pomeriggio, presso il Centro culturale islamico di via Rossignoli, la cerimonia funebre di Karim Hamed Mandi, il 17enne egiziano morto annegato nell’Adda prima di Ferragosto dopo essersi tuffato in un punto pericoloso del fiume.
Il giovane viveva in una comunità di Spino d'Adda; era arrivato in Italia a febbraio, da solo dopo un lungo viaggio attraverso le rotte migratorie, nella speranza di trovare un futuro migliore, e si era presentato ai carabinieri di Cremona. Karim era uno di quei ragazzi definiti ‘minore straniero non accompagnato’.
Al funerale, celebrato con rito islamico, ha partecipato soltanto uno zio che vive in Italia. I genitori, che abitano in Egitto, attendono che venga loro restituito il feretro del figlio. Erano presenti anche il sindaco di Cremona Andrea Virgilio con l’assessore Marina Della Giovanna, l’assessore comunale di Crema Franco Bordo e il sindaco di Capralba Damiano Cattaneo, oltre a tutti i ragazzi ospiti della comunità e a tante persone di fede musulmana.
Per riportare Karim nel suo paese d’origine è stata avviata una raccolta fondi coordinata dalla cooperativa sociale Arci Porto Sicuro. «La raccolta sta andando bene e sta ancora proseguendo – afferma Alessio Maganuco di Arci –, stiamo aspettando l’autorizzazione da parte del Consolato per il rientro in patria del ragazzo».
«È sempre difficile trovare le parole giuste per esprimere il dolore e il cordoglio - ha detto Virgilio nel suo saluto a Karim -. Lo è ancora di più quando si parla in veste istituzionale, perché oggi non sono solo il sindaco di Cremona: sono la voce di un’intera città. Oggi siamo qui per salutare Karim e per riconoscere il valore della sua giovane vita, spezzata troppo presto. Un ragazzo arrivato da lontano, con un carico di speranze, sogni, paure. Un ragazzo che forse nessuno di noi ha conosciuto davvero, eppure la sua storia ci appartiene. Perché il suo percorso, la sua fatica, il suo desiderio di un futuro migliore toccano la nostra coscienza. E ci interrogano».
«Karim era un minore straniero non accompagnato - ha proseguito il sindaco di Cremona -. Questo è un termine tecnico, ma dietro a quelle parole ci sono volti, vissuti difficili, tanta solitudine e spesso anche molto coraggio. Ed è proprio questo che ci unisce oggi: la consapevolezza che la vita umana ha dignità, ha valore, merita rispetto. Anche quando arriva in silenzio, anche quando non fa notizia, anche quando scompare troppo in fretta».
«In questi giorni ho ricevuto tante parole di affetto, di vicinanza, di sincera compassione. E mi ha colpito come, anche in tempi difficili come questi, ci sia ancora tanta umanità che sa farsi sentire. A volte ci sentiamo circondati da indifferenza o cinismo, ma poi scopriamo che ci sono uomini e donne capaci di empatia, capaci di costruire ponti, di prendersi cura».
«Desidero ringraziare profondamente tutte le persone che hanno accompagnato Karim nel suo cammino: gli educatori, gli operatori, i volontari, chi ha saputo fargli sentire che anche lontano da casa si può trovare una nuova casa. Chi ha trasformato la fatica della relazione in un gesto quotidiano, in una professione dell’anima. Credo che il futuro ci chiederà sempre di più questa capacità: ricucire legami, facilitare l’incontro, non avere paura delle differenze. Un ringraziamento sentito va anche alla comunità musulmana, per la sua presenza, per il senso profondo di solidarietà che ha saputo esprimere in questo momento di dolore. E infine - ha concluso Virgilio -, con rispetto e con commozione, voglio rivolgere un abbraccio a tutta la comunità islamica qui presente, agli a educatori, ai compagni e soprattutto ai familiari di Karim. Il vostro dolore è immenso, come immenso è stato il coraggio che avete avuto nel cercare un futuro migliore per vostro figlio. Cremona oggi vi è vicina. Karim resterà nel cuore della nostra città».
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