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LA RIFORMA

Cosmesi: il ddl Ancorotti ‘rivoluziona’ la bellezza

Il testo del senatore contempla nuove figure professionali e regole stringenti per l’abilitazione. Inoltre sanzioni più severe per gli abusivi e apertura a contratti innovativi nei saloni specializzati

Riccardo Maruti

Email:

rmaruti@laprovinciacr.it

17 Agosto 2025 - 18:38

Cosmesi: il ddl Ancorotti ‘rivoluziona’ la bellezza

Renato Ancorotti e una make-up artist al lavoro prima di una sfilata

CREMA - È il ‘sovrano del mascara’, imprenditore simbolo del Made in Italy e big della cosmesi cremasca, ma ora veste i panni del legislatore. Renato Ancorotti, senatore di Fratelli d’Italia, ha depositato a Palazzo Madama un disegno di legge destinato a ridisegnare da cima a fondo il settore dell’estetica. Una riforma attesa da anni che, se approvata, porterà nuove figure professionali, regole più stringenti per l’abilitazione, sanzioni più severe per gli abusivi e l’apertura a contratti innovativi nei saloni di bellezza. Un pacchetto di norme che guarda al futuro di un comparto in continua evoluzione – oltre 42mila imprese di estetica e più di 100mila parrucchieri e barbieri in Italia – e che intende restituirgli ordine e prospettive di crescita.


Il testo, composto da 13 articoli, si apre con la ridefinizione dell’attività estetica. Non più solo trattamenti tradizionali, ma un ventaglio di prestazioni che spazia dalla dermopigmentazione – trucco permanente, camouflage di cicatrici – ai trattamenti con apparecchi elettromeccanici, applicati su pelle e capelli con finalità esclusivamente di benessere. Accanto all’estetista, la riforma introduce due nuove figure professionali: l’onicotecnico, specialista della ricostruzione delle unghie, e il truccatore tecnico, esperto della cura di ciglia e sopracciglia. Con loro anche i make-up artist e i professionisti di extension e laminazione, ciascuno con un proprio percorso formativo minimo di 600 ore da organizzare a livello regionale.


Il cuore della riforma è proprio la formazione. Non basterà più la semplice qualifica: servirà superare un esame di abilitazione. Le strade per accedervi sono molteplici: dai corsi biennali o triennali di 900 ore all’esperienza lavorativa diretta, che consente l’ammissione dopo un anno a tempo pieno o dopo tre anni come dipendente o collaboratore familiare. Un ulteriore percorso, della durata di tre anni, apre invece la porta alla specializzazione in estetica oncologica, figura delicata e preziosa che affianca i pazienti durante e dopo le terapie.

Le Regioni avranno il compito di organizzare i corsi e aggiornare i programmi. Tra le materie previste spiccano cosmetologia e chimica, fisiologia, anatomia dell’apparato locomotore e circolatorio, uso degli apparecchi elettromeccanici, ma anche basi di marketing: perché il futuro dell’estetica passa tanto dalla tecnica quanto dalla capacità di stare sul mercato.


Se la parte formativa è il motore, il capitolo sanzioni è la cintura di sicurezza. Le multe per chi esercita senza titoli vengono moltiplicate per dieci: da 5mila a 50mila euro per chi apre un’attività senza abilitazione, mentre la mancanza di singoli requisiti potrà costare da 3mila a 10mila euro. Non solo: i saloni abusivi rischiano la sospensione da uno a due anni, oltre alle eventuali conseguenze penali per danni arrecati ai clienti. Un segnale chiaro, che punta a tutelare sia i professionisti in regola sia i consumatori.


Il disegno di legge spalanca inoltre la porta a una novità di mercato: i contratti di affitto della poltrona o delle cabine all’interno dei saloni di parrucchieri ed estetisti. I titolari potranno concedere spazi in uso a professionisti autonomi, a patto che rispettino i requisiti previsti. Una flessibilità che potrebbe favorire giovani operatori, aprendo nuove forme di collaborazione tra imprese e freelance.


Non è un caso che a farsi promotore di questa riforma del settore sia Ancorotti, imprenditore che con la sua azienda ha fatto di Crema una delle capitali mondiali del mascara e della cosmesi. Il suo impegno parlamentare sembra intrecciarsi con una prospettiva territoriale: quella di trasformare la città nell’ombelico della bellezza, sede naturale di un cluster cosmetico e di una Zona di innovazione e sviluppo. Un progetto futuribile, ma concreto, che potrebbe portare Crema al centro non solo della produzione ma anche della regolamentazione e della formazione nel mondo dell’estetica.

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